Il messaggio della Guida suprema della Repubblica islamica in un video diffuso dai media di stato di Teheran
La Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei ha minacciato oggi Israele e Stati Uniti di “una risposta schiacciante” per gli attacchi all’Iran e ai suoi alleati. La dichiarazione di Khamenei è arrivata mentre i funzionari iraniani hanno aumentato le loro minacce di lanciare un altro attacco contro Israele dopo quello del 26 ottobre contro la Repubblica islamica, che ha preso di mira basi militari e altri luoghi, uccidendo almeno cinque persone. “I nemici, che siano il regime sionista o gli Stati Uniti d’America, riceveranno sicuramente una risposta schiacciante a ciò che stanno facendo all’Iran, alla nazione iraniana e al fronte della resistenza”, ha dichiarato Khamenei in un video diffuso dai media di Stato iraniani.
Il leader supremo non ha precisato i tempi dell’attacco minacciato, né la sua portata. L’esercito statunitense opera in tutto il Medioriente e alcune truppe presidiano ora una batteria Thaad (Terminal High Altitude Area Defense) in Israele. L’ottantacinquenne Khamenei aveva adottato un approccio più cauto nelle osservazioni precedenti, affermando che i funzionari avrebbero valutato la risposta dell’Iran e che l’attacco di Israele “non dovrebbe essere esagerato né minimizzato”. Eventuali ulteriori attacchi da entrambe le parti potrebbero coinvolgere il Medioriente, già in bilico per la guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza e per l’invasione di terra del Libano da parte di Israele, in un conflitto regionale più ampio, proprio a ridosso delle elezioni presidenziali statunitensi di martedì.
Iran, Khamenei con gli universitari per la Giornata degli Studenti
Khamenei ha incontrato oggi gli studenti universitari in occasione della Giornata degli Studenti, che commemora un incidente avvenuto il 4 novembre 1978, quando i soldati iraniani aprirono il fuoco contro gli studenti che protestavano contro il governo dello scià all’Università di Teheran. La sparatoria uccise e ferì diversi studenti e inasprì ulteriormente le tensioni che si consumavano all’epoca in Iran e che alla fine portarono alla fuga dello scià e alla Rivoluzione islamica del 1979.La folla ha accolto Khamenei cantando: “Il sangue nelle nostre vene è un dono al nostro leader!”. Alcuni hanno anche fatto il gesto della mano fatto dal leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, ucciso nel 2020 in un discorso in cui aveva minacciato che le truppe americane sarebbero “tornate nelle bare”.
Questa domenica, secondo il calendario persiano, l’Iran celebrerà il 45° anniversario della crisi degli ostaggi dell’ambasciata statunitense. Il 4 novembre 1979, l’assalto all’ambasciata da parte di studenti islamisti portò alla crisi dei 444 giorni, che cementò l’inimicizia decennale tra Teheran e Washington che persiste tuttora.
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