Andrea Tommasi, 41enne torinese: "Ho dovuto prendere quattro cani e un uomo e portarli sul tetto"
“Ho visto la morte in faccia, è stato come un tornado che si è trasformato in uno tsunami. Una catastrofe che non si si può spiegare”. È la testimonianza di Andrea Tommasi, 41enne torinese proprietario di un’azienda agricola a Chiva, comune nella provincia di Valencia, i cui campi e coltivazioni sono stati spazzati via dall’inondazione.
Quando l’acqua ha inondato i suoi campi e la casa “ho dovuto prendere i quattro cani e un signore che stava con me e portarli sul tetto, rischiando la vita. Siamo stati 8 ore sul tetto e poi altre 4-5 ore chiusi in uno sgabuzzino”, racconta Tommasi, contattato al telefono da LaPresse. Arrivato in Spagna 12 anni fa, apre prima un bar, poi decide di trasferirsi in campagna per coltivare i nostri prodotti – dai pomodori San Marzano alle cime di rapa – nell’azienda Mi Huerta Italiana (‘Il mio orto italiano’ in spagnolo) con cui riforniva soprattutto la rete di ristoranti italiani di Valencia.
“Ora non ho più niente, ho perso tutto”, aggiunge, parlando anche della situazione che riguarda l’intera zona: “Siamo disperati. Abbiamo solo tonnellate di detriti. A cento metri da casa mia ho trovato tre macchine con sei morti dentro, due per ogni auto. Un disastro, anche psicologico”, conclude.
Sul profilo Instagram ‘mihuerta_italiana_en_valencia’, Tommasi documenta con foto e video i danni provocati dall’alluvione, e ha anche lanciato una raccolta fondi per aiutarlo a ricostruire l’azienda andata distrutta.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata