Elezioni Usa, Borsa: Trump manda Wall Street in rally, deprime listini europei

Le reazioni dei mercati alla vittoria del tycoon prendono le misure su cosa significherà il suo ritorno alla Casa Bianca per l'economia e il mondo

Rally a Wall Street, tonfo per le piazze europee: le reazioni dei mercati alla vittoria di Donald Trump prendono le misure su cosa significherà il suo ritorno alla Casa Bianca per l’economia e il mondo. Il mercato azionario statunitense, Tesla di Elon Musk, il titolo di Trump Media, le banche Usa e il bitcoin sono tutti in rialzo, mentre i perdenti sono le società impegnate nella produzione di energia rinnovabile e, potenzialmente, chiunque sia preoccupato per l’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti. Verso metà seduta Wall Street prosegue nel rally iniziato con l’apertura, con il Dow Jones che balza del 3,4% a 43.658,82 punti mentre il Nasdaq guadagna il 2,64% a 18.926,49 punti e l’S&P 500 è in rialzo del 2,31% a 5.916,54 punti. Il rendimento del Treasury decennale infatti è balzato al 4,43% dal 4,29% di ieri, un aumento significativo rispetto all’andamento inferiore al 4% che segnava ad agosto.

In Europa chiusure in deciso calo per il Ftse Mib di Milano (-1,54%), Dax di Francoforte (-1,09%) e Cac 40 di Parigi (-0,51%), mentre il Ftse 100 di Londra si ferma sotto la parità dello 0,07%. Tonfo per l’Ibex 35 di Madrid che lascia a terra il 2,93% a fine seduta. La vittoria di Trump torna inoltre ad alzare la pressione sullo spread tra Btp e Bund tedesco, che chiude in rialzo a 133 punti base, con il rendimento del decennale italiano in crescita di sei punti al 3,73% sul mercato secondario mentre quello del Bund è in calo di due punti al 2,4%, dopo un avvio per lo spread a 126 punti base.

“Trump è un presidente inflazionista, e le tariffe producono inflazione: è possibile che la Fed rallenterà nella riduzione dei tassi, e di conseguenza dovrà farlo anche la Bce per proteggere il tasso di cambio”, ha spiegato a LaPresse Carlo Altomonte, docente di Economia all’Università Bocconi di Milano, osservando quali conseguenze può avere la vittoria di Trump sui mercati e sull’economia. “Per quanto riguarda l’Italia, noi siamo tra i mercati più esposti agli Stati Uniti nell’ambito dei Paesi europei. Una chiusura commerciale americana ci penalizza in maniera dunque maggiore: i settori più esposti sono quello alimentare, quello dell’automotive, quello della chimica, in misura minore quello della moda”, ha aggiunto Altomonte, che lancia un avvertimento: “Se l’Europa non agisce avrà grossi problemi, dato che la nostra crescita non sarà più dipendente dall’export. L’unica soluzione è cambiare modello di crescita, da uno basato sull’export a uno focalizzato sul mercato interno. Ma ciò vuol dire maggiore integrazione in settori come energia, telecomunicazioni, così come nei mercati dei capitali. L’elezione di Trump, se vogliamo, accelera l’ineluttabilità di un pezzo di agenda Draghi”.