Orban sull'Ucraina: "Siamo persi in un bosco, non abbiamo neanche definito cos'è la vittoria". L'irritazione di Zelensky

“Il mondo è fatto di carnivori ed erbivori; se decidiamo di restare erbivori, i carnivori ci mangeranno“. A lanciare l’allarme ai leader dell’Europa allargata è il presidente francese Emmanuel Macron. “All’indomani delle elezioni americane, dobbiamo essere lucidi, ambiziosi, determinati. Dobbiamo svegliarci e decidere di non scomparire geopoliticamente e di non essere il mercato di altre potenze”, esorta il leader francese ai 42 omologhi del Vecchio continente radunati nel quinto vertice della Comunità politica europea a Budapest. L’organizzazione politica da lui ideata due anni fa. “Il nostro modello di democrazia aperto è sfruttato da chi ci vuole dividere con vari attacchi ibridi“, aggiunge Macron ricordando i tentativi destabilizzanti in Moldova e Georgia. L’appello arriva in un contesto cupo, segnato dall’incertezza che l’arrivo di Trump, magari in una veste più aggressiva, può portare infrangendo la pax europea o l’ordine finora conosciuto. A cominciare dai rapporti commerciali, minacciati dal timore di dazi, passando per l’Ucraina.

Orban: “Dobbiamo reagire ora, non aspettare che l’America ci protegga”

Proprio il tema del conflitto è stato al centro del vertice, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che non ha preso bene l’entusiasmo del padrone di casa Viktor Orban. “La guerra in Ucraina, l’immigrazione illegale e l’instabilità in Nord Africa minacciano la nostra stabilità. Dobbiamo reagire ora“, ha rimarcato il leader magiaro invitando l’Europa ad assumersi le proprie responsabilità: “Non possiamo aspettare che l’America ci protegga“. Su Kiev, dopo la vittoria di Trump, va tutto rivisto, a cominciare dal prestito di 50 miliardi deciso in sede G7, fino alla fine del conflitto. “Siamo persi in un bosco, non abbiamo nemmeno definito che cos’è la vittoria, che fare della Crimea, dell’adesione Nato, così non possiamo sapere quando finirà la guerra”, afferma Orban, riferendo di aver brindato con vodka alla notizia della vittoria del tycoon americano. Parole che hanno irritato Zelensky, secondo cui le richieste avanzate da alcuni leader europei negli scorsi vertici della Cpe sono “inaccettabili e un suicidio per l’Europa”. “Dobbiamo spingere la Russia verso una pace giusta, il Piano della Vittoria è sul vostro tavolo” ma qualsiasi fine della guerra troppo veloce è “una perdita”, ha rimarcato.

Von der Leyen: “Il futuro dell’Europa è nelle nostre mani”

Le scosse provocate dalle urne americane sono solo l’inizio di un terremoto che potrebbe scuotere l’Europa. “Il futuro dell’Europa è nelle nostre mani. Dobbiamo agire ora”, ha esortato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ricordando come di fronte alle sfide “nessuno Stato membro da solo è in grado di gestirle, ma stare insieme come 27, come Unione Europea, ci dà molto potere”. Con Trump non partiamo da zero, osserva la numero uno dell’Esecutivo Ue, ma questa volta potrebbe essere diverso, perché è cambiato il mondo e anche la postura della Casa Bianca potrebbe essere inedita. Chi non sembra affatto preoccupato è il nuovo Segretario della Nato Mark Rutte, che ha insistito sull’aumento degli investimenti in difesa, elogiando la spinta di Trump nel primo mandato sugli investimenti per la difesa e proponendo di fissare un nuovo target oltre al 2% del Pil. Un obiettivo che metterebbe ancora più in difficoltà l’Italia, che già fatica ad arrivare al 2%. In serata i leader Ue si riuniscono in una cena nel maestoso Parlamento di Budapest: sul tavolo la risposta dell’Europa all’esito delle elezioni americane ma anche la Georgia.

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