Lo riferiscono alcune fonti media, riportando ciò che avrebbe detto alla riunione del Consiglio dei ministri

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, parlando durante la riunione settimanale del Consiglio dei ministri, ha ammesso per la prima volta la responsabilità di Israele nell’attacco con i cercapersone in Libano. È quanto riferiscono i media israeliani, secondo cui Netanyahu avrebbe detto nell’incontro che lui voleva andare avanti con l’operazione e che qualcuno disse che gli Usa si sarebbero opposti, ma che lui non li ascoltò.

“C’erano alti funzionari dell’establishment della sicurezza e responsabili politici che si sono opposti all’operazione con i cercapersone e anche all’eliminazione di Nasrallah”, avrebbe detto Netanyahu secondo quanto riporta Ynet, aggiungendo che “quando volevo eliminare Nasrallah, entrare a Rafah e altre cose c’era chi si opponeva nel Gabinetto” e “una delle affermazioni era la riluttanza degli Stati Uniti a collaborare”. “Non ero d’accordo e sono andato fino in fondo”, ha aggiunto Netanyahu. Sempre secondo Ynet il premier durante la riunione avrebbe detto ancora: “Ci sono persone interne ed esterne che stanno mentendo sull’accordo per il rilascio degli ostaggi. Bugie alle famiglie”. 

Il Times of Israel evidenzia che la frase di Netanyahu relativa all’opposizione interna posta da alti funzionari dell’establishment all’operazione con i cercapersone e all’uccisione di Nasrallah sembrano una frecciata non troppo velata a capi di intelligence e Idf, nonché al ministro della Difesa Yoav Gallant che è stato rimosso dall’incarico qualche giorno fa e sostituito con il fedelissimo Israel Katz, fino a quel momento ministro degli Esteri. Finora Israele non si è mai assunto pubblicamente la responsabilità dell’attacco con i cercapersone condotto il 16 settembre in Libano, quando migliaia di dispositivi esplosero simultaneamente provocando morti e feriti.

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