Proseguono le proteste in Abkhazia contro le misure che consentono ai russi di acquistare proprietà nell'area, pronto a dimettersi il presidente dello Stato
I dati definitivi della Commissione elettorale centrale (Cec) della Georgia ha confermato che il partito di governo, Sogno Georgiano-Georgia Democratica, ha vinto le elezioni parlamentari con il 53,93% dei voti, ricevendo 89 seggi in Parlamento sui 150 totali. I risultati sono stati letti dal segretario della Cec, Giorgi Javakhishvili. Nella sessione finale, Javakhishvili ha annunciato le percentuali di voti ottenuti da tutti i partiti. Oltre a Sogno Georgiano, quattro partiti dell’opposizione hanno superato la soglia del 5%. Coalizione per il Cambiamento ha ottenuto l’11,03% e 19 mandati, Unità – Movimento Nazionale – il 10,17% e 16 mandati, Forte Georgia – l’8,81% e 14 mandati e Gakharia per la Georgia – il 7,78% e 12 mandati. Javakhishvili ha riferito che hanno votato oltre 2,1 milioni di persone su oltre 3,5 milioni di aventi diritto, con circa 34.900 schede dichiarate non valide.
Disordini e arresti davanti alla sede della Commissione elettorale
Dopo la comunicazione dei risultati, è iniziata una protesta davanti alla sede della Commissione elettorale a Tbilisi, e le forze di sicurezza hanno arrestato diversi manifestanti che stavano cercando di bloccare la strada nella Agmashenebeli Alley. La polizia poi si è schierata lungo la strada e la situazione si è stabilizzata. I sostenitori dell’opposizione accusano il partito al governo, filorusso, di brogli elettorali, ma Sogno Georgiano nega.
Vernice nera contro il presidente della Commissione elettorale
Proteste anche all’interno della sede, dove il presidente della commissione Giorgi Kalandarishvili è stato ricoperto di vernice nera, lanciata su di lui da David Kirtadze, un membro della commissione del partito di opposizione Movimento Nazionale Unito. Quando la riunione è ripresa, Kalandarishvili è stato visto con un occhio bendato. “È ancora una volta evidente che non ci sono prove tangibili che indichino che le elezioni sono state manipolate”, ha detto ai presenti.
Presidente Abkhazia pronto a dimettersi per placare le proteste
Proseguono intanto le proteste nello Stato separatista dell’Abkhazia contro le nuove misure varate dal governo che consentono ai russi di acquistare proprietà nell’area. I manifestanti hanno preso d’assalto gli edifici governativi e oggi, sabato, il presidente dell’Abkhazia, Aslan Bzhania, ha annunciato che si sarebbe dimesso e avrebbe indetto elezioni anticipate se i manifestanti avessero lasciato il palazzo del Parlamento della regione nella capitale Sukhumi. Ma la folla ha rifiutato l’accordo e i leader dell’opposizione hanno detto che avrebbero accettato solo le dimissioni incondizionate di Bzhania. Almeno 14 persone erano rimaste ferite venerdì quando i manifestanti dell’opposizione si sono scontrati con la polizia: i deputati si erano riuniti nella sede del Parlamento della regione per discutere la ratifica delle misure che consentono ai cittadini russi di acquistare proprietà nello Stato separatista, tuttavia la sessione è stata rinviata perché i manifestanti hanno sfondato il cancello dell’edificio con un camion e si sono riversati all’interno. Alcuni hanno lanciato pietre contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni.
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