Beirut: "Pronti a firmare l'accordo ma l'esercito israeliano si deve ritirare"
Sul cessate il fuoco in Libanoper una de-escalation in Medioriente noi siamo pronti, ora dipende dagli israeliani”. Lo afferma il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Rashid Bou Habib, in un’intervista a La Repubblica. “Abbiamo detto agli americani che siamo pronti a implementare completamente la risoluzione 1701, ora dipende dagli israeliani”, aggiunge, “ci sono segnali positivi ma non sono finali. Il Libano ha bisogno di pace, non vogliamo più morti e distruzione”. Alla domanda sul come verrà fatta rispettare la risoluzione, Habib risponde: “Siamo pronti a mandare 5mila soldati in più dell’esercito libanese (Laf) a sud per collaborare con le truppe dell’Unifil e garantire che nessun’altra autorità, al di fuori del governo libanese, operi nell’area, che non ci siano altre armi se non quelle dell’esercito”. “A condizione, certo”, sottolinea, “che anche gli israeliani rispettino la risoluzione, perché da sempre violano i nostri confini, per aria, terra e mare. Ci saranno 60 giorni per il ritiro completo”. “Se Israele continua a occupare nostre terre la resistenza tornerà, tra due, cinque o dieci anni. Fin quando ci sarà l’occupazione ci sarà la resistenza“, dice ancora il ministro libanese, “noi vorremmo fortissimamente che in questi 60 giorni Israele negozi con noi su tutto il confine”. E sulla reale possibilità di disarmare Hezbollah assicura: “Non ci saranno armi senza il consenso del governo libanese e nessuna autorità diversa da quella del governo libanese”.
Idf, iniziata vasta ondata di attacchi su Beirut
L’esercito di Israele (Idf) ha annunciato di aver iniziato un’ondata “estesa” di attacchi aerei su Beirut. Poco prima di questo annuncio l’Idf aveva emesso un avviso di evacuazione per 20 edifici nella periferia meridionale della capitale libanese. Gli attacchi giungono mentre è atteso che il premier israeliano Benjamin Netanyahu si riunisca con il Gabinetto di sicurezza, dove i ministri dovrebbero approvare un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah. Secondo quanto riporta il Times of Israel, la riunione è stata anticipata alle 16 locali (le 15 in Italia). L’esercito israeliano (Idf) ha colpito 20 siti di Hezbollah in 120 secondi alla periferia sud di Beirut. È quanto riferisce il portavoce in arabo dell’Idf, Avichay Adraee. “L’Idf ha completato una serie di raid che hanno preso di mira 20 obiettivi terroristici in una rapida operazione durata 120 secondi e condotta da 8 aerei da guerra. Tra gli obiettivi presi di mira c’erano 7 siti di gestione e stoccaggio del denaro di Hezbollah, oltre al quartier generale del comando, nonché a depositi di denaro e filiali dell’Associazione Al-Qard Al-Hassan, che Hezbollah utilizza per raccogliere e immagazzinare fondi terroristici che utilizza per gli armamenti militari”, ha riferito Adraee, aggiungendo che altri 13 siti includevano un centro delle forze aeree di Hezbollah, una sala di comando della divisione di intelligence, depositi di armi e altre infrastrutture militari.
Media, Netanyahu ha anticipato gabinetto di sicurezza
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha anticipato la riunione del suo gabinetto di sicurezza alle 16 (le 15 in Italia). Lo ha riferito un funzionario israeliano al quotidiano The Times of Israel. Si prevede che i ministri approveranno un cessate il fuoco con Hezbollah in Libano. Più tardi nel corso della giornata, Netanyahu incontrerà i presidenti dei consigli regionali del nord di Israele, che si sono fermamente opposti alla proposta di accordo di tregua.
Idf: “Abbiamo raggiunto fiume Litani, prima volta da 2000”
La 91a divisione delle Forze di difesa israeliane (Idf) ha raggiunto il fiume Litani, nel sud del Libano e l’area di Wadi Saluki. Lo afferma l’esercito stesso che aggiunge di aver individuato decine di armi e siti di Hezbollah in entrambe le aree. È la prima volta dal 2000, anno in cui Israele si ritirò dal Libano meridionale, che le truppe dell’Idf raggiungono il fiume Litani che dista circa 4 chilometri dalla città di Metula, nel nord di Israele. Lo riporta il Times of Israel.
Tajani: “Amici di Israele ma diritto internazionale va rispettato”
“Siamo amici di Israele, ma penso che dobbiamo rispettare il diritto internazionale”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo a una domanda sul mandato di arresto emesso dalla Cpi nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a margine del G7 Esteri di Fiuggi-Anagni.
Borrell: “Non ci sono scuse per non attuare la tregua in Libano”
Spinge per l’accordo anche Josep Borrell. “Non ci sono scuse per non attuare il cessate il fuoco in Libano. Ci sono 4mila vittime civili e il Sud è stato completamente distrutto”, ha detto l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, in un punto stampa a margine del G7 di Fiuggi-Anagni. “Basta combattimenti, basta altre richieste – ha aggiunto – spero che il governo Netanyahu accetti la proposta”.
Borrell: “Paesi Ue devono attuare la decisione della Cpi su Netanyahu”
In merito al mandato di arresto emesso dalla Cpi nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu “sappiamo che gli Usa sono su posizioni diverse perché non hanno firmato la Convenzione di Roma. Ma tutti i Paesi dell’Ue l’hanno fatto e non è una cosa che si può scegliere. Non è una cosa che ‘piace o non piace’, è un obbligo”, ha detto ancora Borrell. “Non si può applaudire quando la Corte va contro Putin e rimanere in silenzio quando va contro Netanyahu, si tratta di un esempio di quel due pesi e due misure che tanto critichiamo”.
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