La tregua tra Israele e Hezbollah in Libano “è stata quasi inaspettata, nessuno più credeva che si sarebbe raggiunto un cessate il fuoco”. Così a LaPresse Valentina Corona, capa missione dell’organizzazione umanitaria internazionale Intersos in Libano.
“La situazione a Beirut ieri era estremamente tesa”, racconta, “sono stati giorni di pesanti bombardamenti sulla città, non solo nei quartieri sud ma anche ad Hamra Basta, zone centralissime. La popolazione fino a tarda notte ieri era terrorizzata, con lunghe code verso l’uscita dalla città”. “C’era la speranza che il cessate il fuoco venisse annunciato”, aggiunge, “ma i bombardamenti erano estremamente pesanti, con persone nel panico per strada. Alcuni si sono rifugiati negli ospedali principali, così da trovare rifugio in un posto sicuro”.
C’è “gioia per l’arrivo del cessate il fuoco” tra Hezbollah e Israele in Libano, ma “la situazione umanitaria rimane comunque tragica”, continua Valentina Corona. “I nostri operatori e tutta la popolazione sfollata si preparano a rientrare. Molti sono già rientrati mentre parliamo o stanno pianificando di rientrare”, racconta, “purtroppo non tutti hanno una casa in cui rientrare. Molti hanno case danneggiate, alcuni non hanno proprio niente”. “Il centro di Tiro e di Beirut sono stati devastati, sono in macerie”, aggiunge la cooperante, “iniziamo a ricevere prime immagini dei nostri centri nel sud del Libano che finalmente siamo riusciti a raggiungere. Hanno subito dei danni, ma finalmente adesso ci metteremo in moto per farne una stima e riattivare subito l’assistenza nelle zone che non riuscivamo più a raggiungere”.
Il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah in Libano “è fragile per come è stato strutturato, con 60 giorni considerati ‘di prova’ in cui in qualunque momento, con una rottura degli accordi, il conflitto potrebbe riprendere”, conclude la capa missione di Intersos in Libano, “noi speriamo che regga, ma nessuno può dirlo”.