Allarme dei medici nell'enclave palestinese: "Le restrizioni israeliane continuano ad ostacolare gravemente la nostra capacità di fornire assistenza"

Gli aiuti umanitari che entrano a Gaza hanno raggiunto un livello minimo, con conseguenze critiche sulla salute di chi ha bisogni medici e sulla possibilità di fornire loro assistenza. È l’allarme dei team di Medici Senza Frontiere (MSF), che avverte che con l’arrivo dell’inverno aumenteranno i casi medici legati alla carenza di cibo, acqua e rifugi adeguati. “La carenza di forniture essenziali è tale che in alcuni casi siamo costretti a mandar via i pazienti dalle strutture. Le restrizioni e gli ostacoli imposti delle autorità israeliane per far entrare gli aiuti continuano ad ostacolare gravemente la nostra capacità di fornire assistenza”. Lo dichiara Caroline Seguin, coordinatrice dell’emergenza di MSF a Gaza.

“Nel frattempo, il saccheggio dei camion che entrano nella Striscia rende difficile a quei pochi aiuti che entrano di raggiungere chi ne ha bisogno – prosegue -. In definitiva, sono i pazienti che ne subiscono le conseguenze”. Ottobre è stato il peggior mese dall’inizio del conflitto per l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza secondo le Nazioni Unite, e novembre non sembra essere da meno. Il numero di camion che entra a Gaza è diminuito di quattro volte dallo scorso luglio. Ciò significa che entrano 40 camion umanitari al giorno, rispetto ai 500 camion che entravano ogni giorno prima del 7 ottobre 2023.

 “I nostri pazienti sono sempre più esposti alle infezioni gravi. Nel reparto per ustionati che supportiamo all’ospedale Nasser, a Khan Younis, stiamo esaurendo anche le forniture di base per curare le ferite, come garze e bende. Le nostre équipe sono costrette a prolungare i tempi tra una medicazione e l’altra, aumentando il rischio di infezioni per i pazienti che hanno disperatamente bisogno di cure adeguate” dichiara Seguin di MSF. A Deir al-Balah, l’ospedale da campo di MSF che gestisce le attività ambulatoriali e i ricoveri pediatrici è a corto di antibiotici e antidolorifici per i bambini. Questo non permette di curare adeguatamente i pazienti, ad esempio chi ha infezioni del tratto respiratorio inferiore, e impedisce un’adeguata terapia del dolore per i bambini ricoverati. Mancano anche i farmaci per l’ipertensione, una condizione comune ma potenzialmente letale, esponendo i pazienti senza cure al rischio di gravi complicazioni, tra cui l’ictus. Al Nasser Hospital, nel sud della Striscia di Gaza, le équipe di MSF non riescono ad allestire un laboratorio di batteriologia clinica, indispensabile per fornire diagnosi corrette e somministrare gli antibiotici adeguati, perché la catena del freddo necessaria al funzionamento del laboratorio viene costantemente aperta e danneggiata dalle autorità israeliane al valico

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