La testimonianza di Valeria Orsolano, project manager di Fondazione Avsi

“Ad Aleppo abbiamo come Avsi 11 membri dello staff, tutti siriani. In un primo momento avevamo offerto l’ufficio come rifugio, ma man mano che i ribelli hanno preso la città ognuno ha preferito rientrare a casa, dove ormai sono rinchiusi perché è stato imposto il coprifuoco”. Così a LaPresse Valeria Orsolano, project manager di Fondazione Avsi in Siria.

“Principale paura sono le bombe”

“Ci aggiornano come possono perché la situazione è incerta, gli uffici pubblici sono chiusi. Per adesso la principale paura sono i bombardamenti su entrambi i fronti, compreso quello governativo”, racconta Orsolano, “temono che i ribelli occupino edifici vicini alle loro case e che queste diventino un target. Temono quale possa essere l’approccio dei ribelli, che sono frange estremiste, paura particolarmente diffusa tra le minoranze come quella cristiana, nonostante i ribelli abbiano rilasciato varie dichiarazioni che nessuno tra i civili debba temere, indipendentemente dalla propria confessione”. 

Sospese le operazioni dell’ong

“Ci stavamo preparando a passare da interventi di emergenza dopo il terremoto del 2023 a programmi di sviluppo e ricostruzione, questa nuova emergenza rimette tutto in discussione, come tutte le altre ong abbiamo sospeso le operazioni e ci stiamo domandando come, quando e se potremo tornare operativi”, conclude Orsolano.

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