Usa, Germania, Francia e Regno Unito chiedono de-escalation
L’esercito della Siria ha dichiarato oggi che, nelle ultime 24 ore, sono 400 i ribelli uccisi dagli attacchi aerei suoi, insieme a quelli russi. L’esercito ha aggiunto che le forze governative si stanno mobilitando per accerchiare i ribelli nelle campagne di Aleppo, Hama e Idlib. L’avanzata dei ribelli è un grande imbarazzo per il presidente siriano Bashar Assad e arriva in un momento in cui i suoi alleati – cioè l’Iran e i gruppi che sostiene da una parte, e la Russia dall’altra – sono preoccupati per i loro conflitti.
Ong: “Oltre 500 morti in combattimenti tra cui 92 civili”
La ong Osservatorio siriano per i diritti umani, invece, parla di almeno 514 persone, tra cui 92 civili. Tra i combattenti sono stati uccisi 217 miliziani ribelli e 51 soldati dell’esercito siriano. Mentre tra i civili è stato ucciso un bambino, quattro studenti universitari di Hay’at Tahrir al-Sham, 10 studenti ad Aleppo e sei civili, tra cui un bimbo nella città di Hama.
Milizie irachene filo-Iran a sostegno Assad
Milizie irachene sostenute dall’Iran sono state dispiegate oggi in Siria per sostenere la controffensiva del governo siriano contro l’avanzata a sorpresa dei ribelli che hanno conquistato la città di Aleppo. Lo riferiscono un funzionario della milizia e anche l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Le milizie irachene sostenute da Teheran già presenti in Siria si sono mobilitate e altre forze hanno attraversato il confine per sostenerle, ha dichiarato l’ufficiale della milizia irachena, che ha parlato a condizione di anonimato perché non autorizzato a parlare con i media. Inoltre secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha sede nel Regno Unito, circa 200 miliziani iracheni a bordo di pick-up sono entrati in Siria nella notte attraverso il valico strategico di Bou Kamal con l’Iraq. Secondo l’osservatorio, è atteso che vengano schierati ad Aleppo per sostenere la risposta dell’esercito siriano ai ribelli.
Turchia: “Presto incontro con Iran e Russia”
Il ministro degli Esteri della Turchia, Hakan Fidan, ha annunciato a breve un incontro con gli omologhi di Russia e Iran sulla situazione in Siria. “Il processo di Astana sarà attuato presto”, ha detto in conferenza stampa congiunta con il suo omologo iraniano Abbas Araghchi, riferendosi al processo di pace per la guerra civile siriana messo in atto a partire dal dicembre 2016 dalle diplomazie di Russia, Turchia e Iran. Lo riporta l’emittente turca Trt. “Le nostre istituzioni agiscono con un intenso coordinamento“, ha aggiunto Fidan, “i problemi esistono da 13 anni e il regime di Assad non si è avvicinato ad una soluzione politica. Sia l’opposizione che il regime hanno seguito la posizione avanzata dai tre paesi. Durante questo processo abbiamo sempre mantenuto la necessaria comunicazione con le autorità iraniane e russe. Il nostro Presidente ha avviato l’iniziativa necessaria per risolvere questo problema attraverso il dialogo”.
Usa, Germania, Francia e Regno Unito chiedono de-escalation
In una nota congiunta i governi di Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito hanno chiesto una de-escalation in Siria. “Stiamo monitorando attentamente gli sviluppi in Siria e sollecitiamo la de-escalation da parte di tutte le parti e la protezione dei civili e delle infrastrutture per prevenire ulteriori spostamenti e interruzioni dell’accesso umanitario”, si legge nel comunicato pubblicato sul sito web del dipartimento di Stato americano.
“L’attuale escalation non fa che sottolineare l’urgente necessità di una soluzione politica guidata dalla Siria al conflitto, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite“, si legge ancora.
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