Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha annunciato che la legge marziale, da lui stesso decretata oggi e poi respinta dal Parlamento, verrà revocata. Yoon ha dichiarato che il suo governo ha ritirato il personale militare che era stato dispiegato e che revocherà formalmente la legge marziale dopo una riunione di gabinetto, “non appena i membri arriveranno”.
Il presidente aveva dichiarato la “legge marziale d’emergenza”, accusando l’opposizione di controllare il parlamento, di simpatizzare con la Corea del Nord e paralizzare il governo con attività anti-statali. Yoon aveva fatto l’annuncio durante un briefing trasmesso in televisione, definendo la misura come cruciale per difendere l’ordine costituzionale del paese. Il parlamento sudcoreano aveva però votato in modo contrario per sfidare il presidente Yoon Suk Yeol e revocare immediatamente la sua dichiarazione di legge marziale. Cosa poi puntualmente avvenuta.
La legge marziale è stata formalmente revocata da parte del governo sudcoreano, nell’ambito di una riunione svoltasi alle 4:30 del mattino ora locale. Il presidente del Paese Yoon Suk Yeol aveva poco prima annunciato la decisione del governo di ritirare il personale militare che era stato dispiegato a seguito del voto parlamentare bipartisan che aveva respinto la legge marziale.
Dopo l’annuncio presidenziale, centinaia di persone si sono riversate in strada per protestare davanti alla sede dell’Assemblea nazionale, il Parlamento monocamerale del Paese, le cui attività sono state sospese dopo l’annuncio dell’esercito sudcoreano. Scontri si sono verificati tra i manifestanti e la polizia schierata lungo la recinzione del Parlamento e davanti all’ingresso, bloccato dagli agenti. Il ‘no’ dell’Assemblea non si è fatto attendere: la maggioranza dei deputati ha votato contro l’applicazione della legge. Yoon ha quindi fatto retromarcia, annunciando la revoca.