Non scartata nemmeno la malaria tra le possibili cause. Il Ministero della Salute in Italia: "No allarme ma sorveglianza attiva"
L’Organizzazione mondiale della Sanità indaga sulla misteriosa malattia che sta colpendo il Congo. E non esclude tra le cause un virus o un’influenza. L’Oms ha fatto sapere di avere inviato nel Paese i suoi esperti per cercare di fare chiarezza sulla causa.
Oms: “Quasi 400 casi e 30 morti”
“L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sta inviando esperti per supportare le autorità sanitarie nella Repubblica Democratica del Congo nell’effettuare ulteriori indagini per determinare la causa di una malattia non ancora diagnosticata che è stata segnalata a Panzi, una località nella provincia di Kwango, nel sud-ovest del Paese. Sono in corso test di laboratorio per determinare la causa”, si legge in una nota dell’Oms. “Il team è composto da epidemiologi, clinici, tecnici di laboratorio ed esperti di prevenzione e controllo delle infezioni e comunicazione del rischio”, continua la nota, “gli esperti in missione stanno anche consegnando medicinali essenziali, kit diagnostici e di raccolta campioni per aiutare ad analizzare e determinare rapidamente la causa della malattia”.
Un agente patogeno respiratorio come l’influenza o il Covid-19 è oggetto di indagine come possibile causa, così come la malaria, il morbillo e altri. Secondo il ministero della Salute pubblica del Congo, finora sono stati segnalati 394 casi e 30 decessi nella zona di Panzi. I sintomi della malattia includono mal di testa, tosse, febbre, difficoltà respiratorie e anemia. Panzi è una comunità rurale situata a più di 700 km dalla capitale Kinshasa. L’accesso su strada è difficile e la rete di comunicazione è limitata. Finora, la malattia è stata segnalata in sette delle 30 zone sanitarie nella provincia di Kwango.
Medici Senza Frontiere: “Pronti ad aiutare”
“I nostri team d’urgenza stanno monitorando la situazione e, se necessario, siamo pronti a supportare le autorità“. Così Medici Senza Frontiere a LaPresse, a proposito della malattia misteriosa, che appare simile a un’influenza, che ha provocato numerosi morti nella Repubblica Democratica del Congo. Medici Senza Frontiere lavora in Repubblica Democratica del Congo da oltre 40 anni e attualmente gestisce progetti in 20 delle 26 province del paese, fornendo assistenza medica alle vittime di conflitti e violenze, agli sfollati e a coloro che sono colpiti da epidemie come mpox, morbillo, colera, meningite e HIV. MSF dispone inoltre di équipe d’emergenza in tutto il paese per rispondere a disastri naturali, epidemie e conflitti.
Ministero Salute: “No allarme ma sorveglianza attiva”
“La sorveglianza è attiva e monitoriamo costantemente la situazione senza allarmismi ma con la doverosa attenzione”. È quanto dichiara Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute in merito al focolaio di epidemia che sta interessando una provincia della Repubblica Democratica del Congo. “Il Ministero in modo responsabile si è attivato in via cautelativa richiedendo agli uffici periferici Usmaf di assicurare la dovuta attenzione nelle attività di controllo a cui sono preposti”, aggiunge.
Vaia: “Più attenzione in porti e aeroporti”
“Sono cinque anni che teniamo la barra dritta e che cerchiamo disperatamente di tenere l’equilibrio necessario. Attenzione, mai sottovalutazione ma mai allarme. Soprattutto quanto ingiustificato o per lo meno prematuro. Ribadiamo, come diciamo da tempo: quello che accade in un mondo globalizzato e nel quale la mobilità è grande, ci interessa, e come. Dobbiamo sempre guardare oltre il nostro cortile, come sempre abbiamo fatto”. Così Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.
“Come ministero – continua Vaia – abbiamo immediatamente attivato le procedure di innalzamento della nostra attenzione in porti ed aereoporti attraverso gli Usmaf,come fatto con auccesso con la Dengue, come ancora a suo tempo, come Spallanzani con la pratica ‘biglietto-tampone’. Aereoporti e porti sicuri. Continueremo in questa direzione ma ai cittadini ripetiamo, anche perché non ci sono voli diretti con il Congo: nessun allarme”, conclude.
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