Accolta dal ministero della Giustizia la richiesta di Oh Dong-woon, procuratore capo dell'ufficio per le indagini per corruzione dei funzionari di alto rango
Oh Dong-woon, procuratore capo dell’ufficio per le indagini per corruzione dei funzionari di alto rango della Corea del Sud afferma di aver ordinato agli investigatori di chiedere un divieto di viaggio per il presidente sudcoreano, Yoon Suk Yeol. L’ordine si inserisce nel quadro dell’inchiesta sulla tentata adozione della legge marziale nel Paese. Oh ha tuttavia precisato che il divieto di viaggio non è stato ancora imposto.
Ministero Giustizia: ordinato divieto viaggi per Yoon
Il divieto di viaggiare all’estero è stato disposto nei confronti del presidente sudcoreano, Yoon Suk Yeol, nel quadro delle indagini sul suo tentativo di imporre la legge marziale nel Paese asiatico. Lo ha riferito un funzionario dello stesso dicastero sudcoreano durante un’audizione parlamentare. Il divieto di viaggiare all’estero per Yoon era stato chiesto da polizia, pubblici ministeri e agenzia anticorruzione che stanno indagando su possibili accuse di ribellione nei confronti del presidente.
L’annuncio da parte del ministero della Giustizia dell’emissione del divieto di viaggio all’estero per Yoon giunge nel contesto delle indagini sul presidente per avere dichiarato martedì scorso la legge marziale, una decisione rimasta in vigore solo 6 ore e poi revocata per decisione del Parlamento ma che ha gettato il Paese nel caos politico. Sabato Yoon ha evitato un tentativo di impeachment guidato dall’opposizione perché la maggior parte dei parlamentari del partito di governo ha boicottato il voto parlamentare. Ma i partiti di opposizione hanno promesso di presentare una nuova mozione di impeachment contro Yoon questa settimana. Il principale partito di opposizione, il Partito democratico, ha definito l’imposizione della legge marziale da parte di Yoon “incostituzionale, una ribellione illegale o un colpo di stato” e ha sporto denuncia alla polizia contro almeno 9 persone, tra cui Yoon e il suo ex ministro della Difesa, per accuse di ribellione. Domenica l’ex ministro della Difesa Kim Yong Hyun, che avrebbe raccomandato a Yoon di dichiarare la legge marziale, è diventato la prima persona arrestata nell’ambito del caso.
Secondo quanto risulta ad Associated Press, un alto funzionario dell’Agenzia nazionale di polizia ha detto oggi ai giornalisti locali in un briefing che la polizia può anche fermare Yoon se sono soddisfatte le condizioni. Sebbene un presidente sudcoreano in carica goda dell’immunità giudiziaria, infatti, questa non si estende alle accuse di ribellione o tradimento. Ciò significa che Yoon potrebbe essere interrogato e trattenuto dalla polizia per avere emesso il decreto sulla legge marziale, ma molti osservatori dubitano che la polizia lo metterebbe in stato di fermo o perquisirebbe il suo ufficio, a causa dei potenziali scontri che potrebbero scaturirne con il servizio di sicurezza presidenziale. Nel caso della ex presidente Park Geun-hye, cacciata dal suo incarico nel 2017 dopo l’impeachment del Parlamento per uno scandalo di corruzione, i pubblici ministeri non riuscirono a perquisire il suo ufficio e finirono per ricevere i documenti all’esterno del complesso perché i funzionari della presidenza li respinsero. Dopo essersi rifiutata di incontrare i pubblici ministeri mentre era in carica, Park fu interrogata da questi ultimi e arrestata dopo che la Corte costituzionale approvò il suo impeachment e decretò la sua destituzione da presidente a marzo del 2017.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata