Abu Mohammed al-Jolani, leader del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) che ha rovesciato il presidente siriano Bashar al-Assad, ha annunciato che le milizie di opposizione nel Paese saranno sciolte e i loro combattenti si uniranno alle unità dell’esercito regolare. “Le fazioni saranno sciolte e i combattenti addestrati per unirsi ai ranghi del ministero della Difesa, e tutti saranno soggetti alla legge”, ha detto in una dichiarazione pubblicata su Telegram Jolani, che ora usa il suo vero nome Ahmed al-Sharaa, come riportano i media arabi.
IN AGGIORNAMENTO
Una fossa comune che potrebbe contenere i resti di migliaia di persone è stata trovata fuori da Damasco. Il sito di al-Qutayfah, situato 40 km a nord della capitale siriana, è una delle numerose fosse comuni individuate nel Paese dopo il crollo del governo della famiglia Assad. Lo riporta Al Jazeera. Altre dodici fosse comuni sono state scoperte nella Siria meridionale. In un sito 22 corpi, tra cui quelli di donne e bambini, mostravano segni di tortura. Ugur Umit Ungor, professore di studi sul genocidio all’Università di Amsterdam, ha detto ad Al Jazeera che la scoperta della “fossa comune centralizzata” ad al-Qutayfah è “un riflesso della macchina di morte del regime di Assad“.
L’Unhcr (agenzia Onu per i rifugiati) prevede che fra gennaio e giugno del 2024 fino a un milione di rifugiati torneranno in Siria, nell’ambito di movimenti spontanei e organizzati dai governi di Paesi ospitanti. È quanto si legge in un report diffuso oggi.
“Voglio riconoscere che la Turchia si è sistematicamente fatta carico della responsabilità di ospitare milioni di rifugiati siriani negli anni. L’Ue ha sostenuto questo sforzo. Dal 2011 l’Ue ha fornito quasi 10 miliardi di euro per sostenere i rifugiati e gli sforzi di accoglienza delle comunità locali. Oggi sono lieta di annunciare che 1 miliardo di euro aggiuntivi sono in arrivo per il 2024, per sostenere la sanità e l’istruzione per i rifugiati in Turchia e continuare a contribuire alla gestione di migrazioni e confini, compresi i ritorni volontari di rifugiati siriani”. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, parlando a fianco del presidente turco Recep Tayyip Erdogan in conferenza stampa congiunta ad Ankara, in Turchia. “Man mano che le cose si evolveranno sul campo potremo adattarci alle esigenze che dovessero sorgere in Siria”, ha aggiunto.
“Ci aspettiamo che l’Ue diversifichi il suo sostegno alla Turchia per facilitare il rimpatrio volontario” dei rifugiati siriani nel loro Paese. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in una conferenza stampa congiunta con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ad Ankara. “Abbiamo riaperto domenica l’ambasciata a Damasco”, ha aggiunto, “la Turchia continuerà a stare a fianco della Siria”.
“Dobbiamo adattare i nostri parametri di ripresa e di ricostruzione a fronte della nuova situazione, facendo anche una riflessione sul regime di sanzioni per sostenere la Siria in questa ripresa“. Lo ha detto l’Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, nel suo intervento sulla Siria alla plenaria del Parlamento europeo. “La Russia e l’Iran hanno utilizzato la Siria per i propri interessi. Ora c’è un’opportunità storica e noi europei dobbiamo agire in modo deciso e coeso con i nostri alleati”, ha aggiunto, “abbiamo aumentato la nostra assistenza umanitaria per rispondere al fabbisogno emergente”.
“Siamo pronti a riaprire l’ambasciata Ue” in Siria “e vogliamo che questa sia operativa al 100%”, ha aggiunto Kallas, in chiusura del dibattito sulla Siria alla plenaria del Parlamento europeo. “Non possiamo lasciare dei vuoti in Siria e dobbiamo evitare gli errori che abbiamo fatto in Libia e in Afghanistan”.
Al-Jolani ha sottolineato anche la necessità di formulare un “contratto sociale” che colleghi lo Stato a tutte le fedi per garantire il raggiungimento della giustizia sociale e dell’unità nazionale. In una dichiarazione rilasciata lunedì sera, 16 dicembre, Al-Sharaa ha indicato che “la Siria deve rimanere unita e deve esserci un contratto sociale tra lo Stato e tutte le fedi per garantire la giustizia sociale”.
Durante un incontro con i diplomatici britannici a Damasco, Al-Sharaa ha discusso la necessità di revocare le sanzioni internazionali imposte alla Siria per facilitare il ritorno dei profughi fuggiti a causa della guerra. Lo riporta la testata panaraba Al-Araby Al Jadeed. Secondo una nota a nome della coalizione di fazioni armate che governa ora la Siria, Al-Sharaa ha sottolineato ai diplomatici britannici “l’importante ruolo del Regno Unito a livello internazionale e la necessità di ripristinare le relazioni”, sottolineando “la necessità di costruire uno stato di diritto e istituzioni e di stabilire la sicurezza” dopo che “il regime siriano ha distrutto tutto, anche le istituzioni statali e ha preso di mira tutte le fedi”.
Il ministero degli Esteri iraniano ha annunciato che “riapriremo la nostra ambasciata in Siria non appena sarà garantita la sicurezza dell’ambasciata e dei suoi dipendenti”. Da Teheran è stato inoltre riferito che “Israele sta attaccando la sovranità siriana e violando l’accordo di cessate il fuoco con il Libano. La comunità internazionale deve fermare gli attacchi israeliani nei Paesi della regione, tra cui Siria e Yemen”. È stato inoltre riferito che il presidente della Repubblica islamica, Masoud Pezeshkian, si recherà in Egitto per partecipare al vertice che si terrà al Cairo.