E’ stata respinta l’istanza di Donald Trump di archiviare la condanna per pagamento in nero alla pornostar Stormy Daniels, dopo la sentenza sull’immunità della Corte Suprema. Lo ha deciso il giudice di Manhattan Juan M. Merchan.
Il magistrato ha respinto la richiesta del presidente eletto di far decadere la sua condanna per “denaro sporco” a causa della recente sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti sull’immunità presidenziale. I procuratori insistono sul fatto che la condanna dovrebbe rimanere in piedi.
A maggio una giuria ha condannato il tycoon per 34 capi d’accusa per aver falsificato i registri aziendali relativi a un pagamento di 130.000 dollari per il silenzio all’attrice porno Stormy Daniels nel 2016. Trump nega di aver commesso un illecito. Per l’accusa i soldi sarebbero serviti a mettere a tacere la donna che affermava di aver avuto rapporti sessuali anni prima con il candidato repubblicano, cosa che lui nega.
Un mese dopo il verdetto, la Corte Suprema ha stabilito che gli ex presidenti non possono essere perseguiti per gli atti ufficiali – le cose che hanno fatto nel corso della gestione del Paese – e che i pubblici ministeri non possono citare tali azioni per sostenere un caso incentrato su una condotta puramente personale e non ufficiale.
Gli avvocati di Trump hanno citato la sentenza per sostenere che la giuria ha ottenuto prove improprie, come il modulo di divulgazione finanziaria presidenziale del 78enne, le testimonianze di alcuni assistenti della Casa Bianca e i post sui social media fatti mentre era in carica. I procuratori non sono d’accordo e hanno detto che le prove in questione erano solo “una piccola parte” del loro caso. Trump, intanto, entrerà in carica il 20 gennaio.