L'uomo è stato dichiarato colpevole di stupri aggravati su ex moglie Gisèle

Il tribunale di Avignone ha dichiarato Dominique Pelicot, ex marito di Gisèle Pelicot, è stato condannato alla pena massima di 20 anni di reclusione per averla drogata e stuprata, consentendo anche ad altri uomini di commettere violenze sulla donna mentre lei era incosciente. La sentenza contro Dominique Pelicot, 72 anni, è stata emessa dal tribunale di Avignone dopo che l’uomo è stato dichiarato colpevole di tutte le accuse a suo carico. Le violenze sono durate quasi un decennio. Il giudice principale del tribunale di Avignone, Roger Arata, ha pronunciato uno dopo l’altro i verdetti contro Pelicot e altri 50 imputati, dichiarandoli colpevoli “di stupro aggravato” nei confronti di Gisèle Pelicot. La donna era seduta da un lato dell’aula, di fronte agli imputati, mentre Arata annunciava uno dopo l’altro i verdetti di colpevolezza

 

Le ammissioni di Dominique Pelicot

Dominique Pelicot, 72 anni, ha ammesso di aver drogato per anni la moglie, con cui era sposato da 50 anni, per abusare di lei. Le violenze, commesse dallo stesso marito e da estranei reclutati online, venivano anche filmate.

 

Gisèle Pelicot: “Profonda emozione, prova molto difficile” 

“È con profonda emozione che vi parlo oggi, questo processo è stato una prova molto difficile“. Lo ha detto Gisèle Pelicot, prendendo la parola davanti al tribunale di Avignone dopo la pronuncia della sentenza del processo a carico dell’ex marito Dominique Pelicot e di 50 co-imputati per le violenze sessuali ai danni della donna nell’arco di diversi anni.

Dominique Pelicot, 72 anni, ha ammesso di aver drogato per anni la moglie, con cui era sposato da 50 anni, per abusare di lei. Le violenze, commesse dallo stesso marito e da estranei reclutati online, venivano anche filmate.

Non mi sono mai pentita di avere rifiutato un processo a porte chiuse. Rispetto la decisione della Corte” ha aggiunto la donna. Dominique Pelicot è stato condannato a 20 anni di carcere, la pena massima, mentre agli altri 50 co-accusati sono state imposte pene più basse rispetto a quelle che erano state richieste, che vanno da 3 a 15 anni. Queste pene hanno scatenato critiche. Subito dopo che la sentenza è stata pronunciata, diversi manifestanti fuori dal tribunale di Avignone hanno protestato gridando ‘Vergogna sistema giudiziario‘. 

Secondo un conteggio dell’emittente Franceinfo, dei 51 uomini condannati nel processo per gli stupri di Mazan, 41 andranno in carcere immediatamente. Di questi 41 uomini, 18 sono comparsi davanti al tribunale penale di Vaucluse durante la detenzione preventiva, tra cui Dominique Pelicot. Gli altri 23 sono stati immediatamente messi in custodia cautelare. Degli altri condannati, 6 sono ancora a piede libero. 

Il processo durato più di tre mesi

 Durato più di tre mesi, il processo, che ha visto imputati oltre a Pelicot altri 49 uomini, ha mobilitato gli attivisti e alimentato le richieste di misure più severe contro le violenze sessuali. I pubblici ministeri hanno richiesto la pena massima per Pelicot e pene da 10 a 18 anni per gli altri imputati. Inoltre, hanno chiesto una pena di quattro anni per un altro imputato accusato di violenza sessuale aggravata. Gli stupri venivano consumati nella casa della coppia a Mazan, piccola città in Provenza, e altri luoghi. Dominique Pelicot ha testimoniato di aver nascosto sedativi nel cibo e nelle bevande che offriva alla moglie, rendendola incosciente al punto da poter fare ciò che voleva per ore. Uno degli uomini è stato processato non per aver aggredito Gisèle Pelicot, ma per aver drogato e stuprato la sua stessa moglie, con l’aiuto e i farmaci forniti da Dominique Pelicot, che è stato anche accusato di aver stuprato la moglie di quest’ultimo. Le decisioni del tribunale, comprese le sentenze, sono state prese con voto segreto dai cinque giudici. Gli attivisti contro la violenza sessuale sperano in pene detentive esemplari e vedono il processo come un possibile punto di svolta nella lotta contro la cultura dello stupro e l’uso di droghe per sottomettere le vittime.

Membri del collettivo femminista Les Amazones Avignon sostengono Gisele Pelicot
Membri del collettivo femminista Les Amazones Avignon sostengono Gisele Pelicot

Lo striscione Grazie Gisèle

Il coraggio di Gisèle Pelicot, che ha rinunciato al suo diritto all’anonimato come sopravvissuta a violenze sessuali, e la sua determinazione nel fare in modo che le udienze e le prove scioccanti – compresi i video – fossero esaminate in aula aperta, hanno alimentato conversazioni sia a livello nazionale che tra famiglie, coppie e gruppi di amici su come proteggere meglio le donne e sul ruolo che gli uomini possono svolgere nella ricerca dell’obiettivo. Un grande striscione appeso dagli attivisti su un muro della città di fronte al tribunale recitava ‘Grazie Gisèle’.

La segnalazione nel settembre 2020

Dominique Pelicot è stato inizialmente segnalato alla polizia nel settembre 2020, quando una guardia di sicurezza di un supermercato lo ha sorpreso a filmare di nascosto delle donne. La polizia ha successivamente scoperto il suo archivio casalingo che documenta anni di abusi inflitti alla moglie: oltre 20.000 foto e video, tutti archiviati su dischi rigidi e catalogati in cartelle. L’abbondanza di prove ha condotto la polizia agli altri imputati. Nei video, gli investigatori hanno contato 72 diversi aggressori, ma non sono riusciti a identificarli tutti.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata