L'odg proposto dal Partito Democratico sulle multe ai no vax divide la maggioranza
Una maratona d’Aula per chiudere la legge di bilancio alla Camera e mandarla in Senato prima di Natale. Il governo incassa la fiducia con 211 sì e 117 no, poi si passa all’esame di quasi 250 ordini del giorno, e in serata il voto finale in diretta tv. La Camera archivia il 2024 con un provvedimento complesso, che ha avuto un percorso tortuoso, benché in gran parte obbligato dai vincoli di bilancio. Che ha visto momenti di tensione, dal fisco agli stipendi dei ministri, e che si chiude con un nuovo segnale di Forza Italia sulle multe per i no vax, prologo di una polemica che – tutto lascia presagire – potrebbe andare in scena a gennaio sul Milleproroghe (che, come voluto dalla Lega condona le sanzioni per chi non si è vaccinato). Intanto, la maggioranza compatta rivendica i capisaldi della manovra da 30 miliardi, “i cui 2/3 sono orientati all’abbattimento della pressione fiscale con benefici diretti e indiretti”, dice Fabio Rampelli (FdI). “Le uniche misure utili al Paese – ribatte il Pd, con Ubaldo Pagano – sono quelle ereditate dal governo precedente. Per il resto torna in voga l’austerità per tutti, le mancette elettorali, il Ponte sullo Stretto”.
Per mantenere l’obiettivo di portare il rapporto deficit/Pil al 3,3% nel 2025 e al 2,8% nel 2026, e uscire dalla procedura per deficit eccessivo, le risorse sono state concentrate su poche voci di spesa: su tutte, i 18 miliardi per rendere strutturali l’Irpef a 3 aliquote e il taglio del cuneo, poi il rifinanziamento per il fabbisogno sanitario standard, incrementato di 1,3 miliardi nel 2025, le misure a sostegno della natalità. Tra le voci di finanziamento, quella che il ministro Giancarlo Giorgetti ha definito “sacricifi” per le banche, poi la revisione delle detrazioni, con la stretta per i redditi oltre i 75mila euro e l’introduzione del ‘quoziente familiare’, e 3 miliardi di tagli ai ministeri.
Le modifiche nel passaggio alla Camera hanno introdotto la cosiddetta Ires premiale, con lo sconto di 4 punti dell’imposta per le imprese che accantonano almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinvestono almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili del 2023), e aumentano l’occupazione di almeno l’1%. Poi la misura sugli stipendi dei ministri, più politica che sostanziale perché cuba in tutto 500mila euro, su cui la maggioranza si è avvitata, e la marcia indietro su web tax, cripto tax valute e la norma sui revisori del Mef. Arriva poi un grande classico della manovra, la ‘legge mancia’ che spunta dagli ordini del giorno oggi in aula: dalle piste ciclabili, ai campi da calcio, ai contributi alle parrocchie. Nella legge di Bilancio è stato infatti appostato un fondo da circa 102 milioni in tre anni, di cui 31.967.000 (più 150mila per la provincia di Trento) per il 2025: risorse che saranno assegnate entro gennaio con uno o più Dpcm sulla base di un atto di indirizzo delle Camere. Oggi anche l’ultimo momento di tensione, sulle multe per i no-vax, su cui il Milleproroghe interviene in maniera tombale. Alcuni parlamentari di Forza Italia votano a favore di un ordine del giorno del Pd che esclude “ulteriore proroga o modifica alla legge vigente finalizzata ad evitare che le multe ai cittadini inadempienti vengano sospese o condonato”.
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