Un’immagine che resterà nella storia. Papa Francesco ha aperto il Giubileo 2025 seduto su una sedia a rotelle. Un richiamo forte all’immagine dell’apertura della Porta Santa del 2000 quando San Giovanni Paolo II sofferente per la malattia traghettò la Chiesa nel nuovo millennio. Un’immagine che è stato il primo atto dell’Anno Santo che Bergoglio ha voluto dedicare alla speranza. Proprio la speranza è stata al centro dell’omelia del Pontefice. Speranza come antidoto alle “desolazioni” del mondo.
Il pensiero di Bergoglio è andato ai bambini mitragliati, alle guerre, ma non solo. Per il Papa è necessario portare speranza anche nelle carceri, cosa che farà nel giorno di Santo Stefano aprendo una Porta Santa nel penitenziario di Rebibbia, e agli ultimi. Speranza che deve essere anche per la Madre Terra che “deturpata dalla logica del profitto” “soffre e geme”.
Bergoglio, davanti a circa 30mila persone presenti tra Basilica e Piazza San Pietro, ha poi lanciato un monito: ‘La speranza che nasce in questa notte – ha rimarcato il Papa – non tollera l’indolenza del sedentario e la pigrizia di chi si è sistemato nelle proprie comodità; non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso; è incompatibile col quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e contro le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri. Al contrario, la speranza cristiana, mentre ci invita alla paziente attesa del Regno che germoglia e cresce, esige da noi l’audacia di anticipare oggi questa promessa, attraverso la nostra responsabilità e la nostra compassione”.
“La speranza non è morta, la speranza è viva, e avvolge la nostra vita per sempre”, ha detto ancora il Santo Padre ricordando che la notte di Natale è la “notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo”. Il giorno di Natale, come consuetudine, il Papa terrà il messaggio Urbi et Orbi.