L'intervento da remoto del presidente americano: "Voglio incontrare Putin per far finire la guerra in Ucraina"
Le minacce del nuovo presidente degli Stati Uniti si fanno sempre più concrete. Spesa per la difesa al 5% nella Nato e dazi per l’Ue, che subisce il primo vero attacco di Donald Trump dal giorno dell’insediamento. La sua nuova dottrina prende forma nel suo intervento da remoto al Forum economico mondiale di Davos, dove è folta la platea europea. “Dal nostro punto di vista l’Ue ci tratta molto male, farò qualcosa in merito al nostro deficit commerciale con l’Ue “, ha minacciato, accusando Bruxelles di volere soldi da Apple e Google.
Trump chiede all’Europa il 5% del Pil in difesa
Ma non è il nuovo protezionismo a spaventare l’Unione europea, che sta già studiando le contromisure in termini tariffari, quanto il gap nella difesa. Sono anni che gli Stati membri faticano ad arrivare a quel 2% del Pil di spesa deciso al vertice del Galles nel 2014. Ora se Washington chiederà di arrivare al 5% sarà un’impresa ardua e una sfida senza precedenti per i bilanci di paesi come l’Italia. Per il Segretario generale della Nato, Trump ha ragione. “Il problema non sono gli Stati Uniti, il problema è l’Europa e Trump lo ha sempre ribadito, in Europa si spende poco in termini di difesa“, ha detto Mark Rutte in un evento a margine del World Economic Forum di Davos. “Il problema, ovviamente, è che non siamo ancora tutti al 2%”. Inoltre “il 2% non è quasi sufficiente” perché “la Nato collettivamente non sarà in grado di difendersi tra quattro o cinque anni se ci si attiene al 2%”. L’ex premier olandese si dice anche “molto, molto contento della posizione di Trump di imporre più sanzioni alla Russia“. “Sappiamo che l’economia russa sta andando terribilmente male, e le sanzioni aiuteranno”, ha rimarcato, dicendosi “sicuro che gli Stati Uniti vogliono che finisca con un accordo buono e forte”.
Trump: “Voglio incontrare Putin per far finire la guerra”
Trump ha detto chiaramente di voler “incontrare presto Putin per far finire la guerra” in Ucraina e di confidare anche nel supporto di Pechino. Ma ora che anche Trump difende e rilancia sulle sanzioni alla Russia, che diranno i trumpiani nostrani? Si chiede sempre da Davos la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. La minaccia del tycoon di voler spingere Mosca a fermare la guerra con sanzioni fortissime “significherà che quegli Stati membri che forse sono Stati più riluttanti di altri sulle sanzioni contro la Russia cambieranno rotta?”, dice Metsola, ammettendo poi di aver pensato al premier ungherese Viktor Orban. E il tema delle misure contro Mosca sarà sul tavolo dei 27 nella riunione degli ambasciatori di venerdì mattina, che preparerà il tavolo al Consiglio degli Esteri di lunedì, chiamato a decidere sul rinnovo semestrale delle misure restrittive. Ultimamente il leader “patriota” non ha perso giorno per attaccare Bruxelles e i suoi pacchetti di sanzioni contro il Cremlino, a suo dire inefficaci e controproducenti. È vero che alcuni Stati Ue non le applicano, osserva Metsola, ma occorre andare avanti. L’Ue sta preparando il 16° pacchetto ma intanto vedremo se lunedì riuscirà a superare i veti di Orban e del suo vicino slovacco Robert Fico e confermare i 15 pacchetti approvati finora.
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