Centinaia di studenti universitari hanno marciato per 80 chilometri da Belgrado alla città settentrionale di Novi Sad, in Serbia, in una nuova manifestazione dopo il crollo alla stazione ferroviaria che, a novembre, provocò la morte di 15 persone. Gli attivisti accusano il governo del presidente Vucic di essere corrotto in un progetto con aziende statali cinesi per la ristrutturazione dell’edificio. I residenti di Stara Pazova, una città lungo il percorso, sono accorsi per incoraggiare gli studenti e offrire loro cibo, bevande e coperte.
I manifestanti hanno annunciato che le proteste continueranno e che sabato i ponti di Novi Sad verranno bloccati in occasione dei tre mesi dal disastro alla stazione ferroviaria. Negli ultimi due mesi le proteste non si sono fermate e gli studenti si sono accampati negli atenei organizzando proteste quotidiane, alcune delle quali hanno attirato decine di migliaia di persone per i più grandi raduni di strada degli ultimi anni nel Paese balcanico. Le continue manifestazioni hanno già costretto alle dimissioni il primo ministro serbo Milos Vucevic che ha lasciato il suo incarico questa settimana.
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