Non si è fatta attendere la replica della Corte penale internazionale dopo l’ordine esecutivo del presidente americano Donald Trump che impone sanzioni ai suoi funzionari. “La Corte penale internazionale (Cpi) condanna l’emissione da parte degli Stati Uniti di un ordine esecutivo che mira a imporre sanzioni ai suoi funzionari e a danneggiare il suo lavoro giudiziario indipendente e imparziale”. È quanto si legge in una nota della Cpi. “La Corte sostiene fermamente il suo personale e si impegna a continuare a fornire giustizia e speranza a milioni di vittime innocenti di atrocità in tutto il mondo, in tutte le situazioni che si presentano”, continua la nota, “invitiamo i nostri 125 Stati membri, la società civile e tutte le nazioni del mondo a stare uniti per la giustizia e i diritti umani fondamentali”.
“La CPI garantisce l’accertamento delle responsabilità per i crimini internazionali e dà voce alle vittime in tutto il mondo. Deve poter proseguire liberamente la lotta contro l’impunità globale. L’Europa sarà sempre a favore della giustizia e del rispetto del diritto internazionale”. Lo scrive la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su X.
Donald Trump ha ieri firmato un ordine esecutivo in tema di Corte penale internazionale: imporrà sanzioni finanziarie e sui visti a “individui e loro familiari che assistono nelle indagini della Cpi su cittadini statunitensi o nostri alleati”, secondo una scheda informativa ottenuta dalla Cnn. Si tratterebbe innanzitutto di una punizione nei confronti dell’organismo per avere emesso mandati di arresto per alti funzionari israeliani, tra cui il premier Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. La Camera dei Rappresentanti ha già approvato il mese scorso un disegno di legge che sanziona la Cpi, ma i democratici del Senato ne hanno bloccato l’approvazione.
Arrivano le prima dure reazioni internazionali dopo la decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale. “Sanzionare la CPI minaccia l’indipendenza della Corte e mina il sistema di giustizia penale internazionale nel suo complesso”. Lo scrive su X il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, dopo aver incontrato oggi la presidente della Corte dell’Aja Tomoko Akane. “La CPI svolge un ruolo essenziale nel rendere giustizia alle vittime di alcuni dei crimini più orribili al mondo. L’indipendenza e l’imparzialità sono caratteristiche cruciali dell’attività della Corte. L’Ue ribadisce il suo impegno a porre fine all’impunità e a garantire l’accertamento delle responsabilità per tutte le violazioni del diritto internazionale”, aveva scritto ieri sera Costa.
L’Onu ha dichiarato di rammaricarsi profondamente per la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale (Cpi) e lo ha esortato a fare marcia indietro. “Siamo profondamente dispiaciuti per le sanzioni individuali annunciate ieri contro il personale del tribunale e chiediamo che questa misura venga revocata“, ha affermato Ravina Shamdasani, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. Lo riporta France24.
“Sulla Corte Penale Internazionale, per non essere accusato di sovranismo, condivido le parole del collega Tajani. Invece di indagare dovrebbe essere indagata, sono assolutamente d’accordo con il collega Tajani”. Così il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini alla conferenza stampa di presentazione della proposta della Lega sulla rottamazione delle cartelle esattoriali.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha criticato le sanzioni imposte dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump contro la Corte penale internazionale (CPI). “Non ritengo sia giusto imporre sanzioni alla Corte penale internazionale”, ha affermato il leader della SPD a margine di un evento elettorale a Ludwigsburg, nel Baden-Württemberg. È perfettamente lecito arrabbiarsi e discutere, ha sottolineato Scholz, “ma le sanzioni sono il mezzo sbagliato. Stanno mettendo in pericolo un’istituzione che dovrebbe garantire che i dittatori di questo mondo non possano semplicemente perseguitare le persone e scatenare guerre”. Lo riportano i media tedeschi.
Il premier ungherese Viktor Orban ha messo in dubbio l’adesione dell’Ungheria alla Corte Penale Internazionale dopo le sanzioni disposte dal presidente Usa Donald Trump contro la corte. “È tempo per l’Ungheria di rivedere ciò che stiamo facendo in un’organizzazione internazionale che è sottoposta a sanzioni da parte degli Stati Uniti. Nuovi venti soffiano nella politica internazionale. Lo chiamiamo il ‘tornado Trump'”, ha scritto Orban su X. Il leader è atteso oggi a Madrid per la riunione del partito dei Patrioti all’insegna dello slogan ‘Make Europe Great Again’.