Tra i Paesi firmatari della dichiarazione ci sono Canada, Germania, Francia e Norvegia

Settantanove Paesi hanno diffuso una dichiarazione a sostegno di “indipendenza, imparzialità e integrità” della Corte penale internazionale (Cpi), affermando che le sanzioni “aumentano il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciano di erodere lo Stato di diritto internazionale, che è fondamentale per promuovere l’ordine e la sicurezza globale”. La dichiarazione giunge dopo che il presidente Usa Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per imporre sanzioni alla Cpi. Tra i Paesi firmatari della dichiarazione ci sono Canada, Germania, Francia e Norvegia, mentre non c’è l’Italia. 

Sono 125 gli Stati parte dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale. Di questi, 33 sono Stati africani, 19 dell’Asia-Pacifico, 28 latinoamericani e caraibici, 20 dell’Europa orientale e 25 sono Stati dell’Europa occidentale e altri. Non sono invece membri della Cpi, tra gli altri, Usa, Russia, Cina e Israele.

“Noi, sottoscritti Stati parte dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale (Cpi), riaffermiamo il nostro continuo e incrollabile sostegno all’indipendenza, all’imparzialità e all’integrità della Cpi. La Corte è un pilastro fondamentale del sistema giudiziario internazionale, in quanto garantisce la responsabilità per i crimini internazionali più gravi e la giustizia per le vittime. Oggi la Corte si trova ad affrontare sfide senza precedenti. Sono state adottate misure sanzionatorie nei confronti della Corte, dei suoi funzionari e del suo staff e di coloro che vi collaborano, in risposta all’esecuzione del suo mandato in conformità con lo Statuto di Roma”, si legge nel testo, che è stato diffuso su X dalla missione della Norvegia presso le Nazioni unite. “Tali misure aumentano il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciano di erodere lo Stato di diritto internazionale, che è fondamentale per promuovere l’ordine e la sicurezza globale. Inoltre, le sanzioni potrebbero mettere a rischio la riservatezza delle informazioni sensibili e la sicurezza delle persone coinvolte, comprese le vittime, i testimoni e i funzionari della Corte, molti dei quali sono nostri cittadini”, si legge ancora.

“Le sanzioni comprometterebbero gravemente tutte le situazioni attualmente oggetto di indagine, poiché la Corte potrebbe essere costretta a chiudere i suoi uffici sul campo. Il sostegno al lavoro vitale della Corte penale internazionale serve al nostro interesse comune di promuovere il fatto di rispondere delle proprie responsabilità, come dimostra il supporto fornito alla Corte sia dagli Stati parte che da quelli non parte”, prosegue il testo. Che poi conclude: “In quanto forti sostenitori della Cpi, deploriamo qualsiasi tentativo di minare l’indipendenza, l’integrità e l’imparzialità della Corte. Siamo impegnati a garantire la continuità operativa della Cpi, affinché la Corte possa continuare a svolgere le proprie funzioni in modo efficace e indipendente. Mentre ci sforziamo collettivamente di sostenere la giustizia internazionale, sottolineiamo il ruolo indispensabile della Cpi nel porre fine all’impunità, nel promuovere lo stato di diritto e nel favorire un rispetto duraturo del diritto internazionale e dei diritti umani”.

I Paesi firmatari risultano: Afghanistan, Albania, Andorra, Antigua e Barbuda, Austria, Bangladesh, Belgio, Belize, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Bulgaria, Capo Verde, Canada, Cile, Colombia, Comore, Costa Rica, Croazia, Cipro, Repubblica Democratica del Congo, Danimarca, Repubblica Dominicana, Estonia, Finlandia, Francia, Gabon, Gambia, Germania, Ghana, Grecia, Grenada, Guatemala, Honduras, Islanda, Irlanda, Giordania, Lettonia, Lesotho, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Maldive, Malta, Messico, Mongolia, Montenegro, Namibia, Paesi Bassi, Nigeria, Macedonia del Nord, Norvegia, Panama, Perù, Polonia, Portogallo, Repubblica di Moldova, Romania, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, San Marino, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Slovacchia, Slovenia, Sudafrica, Spagna, Stato di Palestina, Svezia, Svizzera, Timor Est, Trinidad e Tobago, Tunisia, Uganda, Regno Unito, Uruguay, Vanuatu. 

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