Decine di migliaia di persone si sono radunate in diverse città in tutta la Slovacchia per chiedere le dimissioni del primo ministro populista Robert Fico, protestando contro le sue politiche filo-russe. L’ultima ondata di manifestazioni antigovernative è stata alimentata dal recente viaggio di Fico a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin e dalle sue dichiarazioni che hanno messo in dubbio la permanenza della Slovacchia nell’Unione europea e nella Nato. “La Slovacchia è Europa”, hanno scandito i manifestanti nei cortei che si sono tenuti, secondo gli organizzatori, in 41 località del Paese e in 13 città all’estero. Si tratta delle più grandi dimostrazioni dopo le quelle del 2018 che furono scatenate dall’omicidio del giornalista Jan Kuciak e della sua fidanzata Martina Kusnirova. La conseguente crisi politica aveva portato al crollo del precedente governo di Fico. Il premier, sopravvissuto a un tentativo di assassinio a maggio del 2024, ha fatto aumentare la tensione nel Paese accusando gli organizzatori delle proteste di essere sotto il controllo delle autorità ucraine che starebbero progettando un colpo di stato in Slovacchia. Robert Fico è tornato al potere l’anno scorso dopo che il suo partito di sinistra Smer (Direzione) ha vinto le elezioni parlamentari su una piattaforma filo-russa e anti-Usa. Da allora ha posto fine agli aiuti militari della Slovacchia all’Ucraina, ha criticato le sanzioni dell’Unione europea alla Russia e ha giurato che impedirà all’Ucraina di entrare nella Nato. Ha inoltre dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky un nemico dopo che Kiev ha interrotto le forniture di gas russo alla Slovacchia e ad alcuni altri clienti europei. 

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