Da quanto apprende LaPresse, il voto del Parlamento potrebbe essere nella plenaria di marzo o, più probabilmente, di aprile.
È confermata per giovedì 13 febbraio l’audizione dell’eurodeputata di Avs Ilaria Salis in commissione Juri, la commissione Affari legali del Parlamento europeo, a seguito della richiesta di revoca dell’immunità parlamentare avanzata dal governo ungherese a ottobre dello scorso anno. L’audizione avverrà, come da procedura, a porte chiuse e Salis, a quanto apprende LaPresse, sarà in presenza.
Per la stessa giornata, stando all’agenda della commissione Juri, è anche previsto lo scambio di opinioni sul caso. Secondo quanto previsto dalla procedura, verrà poi redatta una bozza di relazione con raccomandazione preparata dal relatore (Adrian Vazquez Lazara, Ppe) e votata a porte chiuse in commissione. Infine, il Parlamento europeo si esprimerà con una votazione in Aula sulla raccomandazione della Juri alla plenaria più vicina e la presidente dell’Eurocamera informerà l’autorità richiedente e l’eurodeputata dell’esito.
La bozza di relazione diventa pubblica un giorno prima del voto plenario. Le tempistiche non sono predefinite per il processo di immunità, poiché i casi vengono considerati individualmente e in modo confidenziale, tenendo conto del calendario del Parlamento europeo e le settimane di commissione-plenaria e del calendario della commissione Juri. In ogni caso, stando a quanto ricostruito, se giovedì 13 febbraio verranno effettuati audizione e scambio di opinioni, il passo successivo per il caso Salis dovrebbe essere l’esame della bozza di relazione e un possibile voto in commissione Juri, che potrebbe avvenire già nelle riunioni del 17-18 febbraio o del 17-18 marzo. Da quanto apprende LaPresse, il voto del Parlamento potrebbe essere nella plenaria di marzo o, più probabilmente, di aprile.
L’esito della richiesta di revoca di immunità – spiegano fonti parlamentari – non ha nulla a che vedere con la procedura giuridica e non determina la colpevolezza o fondatezza delle accuse, ma solo se esista fumus persecutionis, ovvero se la richiesta sia motivata politicamente. Solo in questo caso la plenaria può decidere di non revocare l’immunità. Il deputato o la deputata rimane in carica anche in caso di revoca dell’immunità, in quanto il mandato di un deputato al Parlamento europeo è un mandato nazionale e non può essere revocato da un’altra autorità. La revoca dell’immunità non equivale a una sentenza di colpevolezza, ma consente alle autorità giudiziarie nazionali di procedere nello svolgimento di un’indagine o di un processo. Poiché i deputati al Parlamento europeo sono eletti in base alla legge elettorale nazionale, se sono giudicati colpevoli di un reato spetta alle autorità dello Stato membro decidere sull’eventuale decadenza del mandato.
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