Turchia, 282 arresti in operazione contro PKK

I raid condotti in 51 province dello Stato

La polizia turca ha arrestato 282 sospetti negli ultimi 5 giorni in un’operazione su larga scala contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il PKK, condotta in 51 province. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno turco, Ali Yerlikaya, in un post su X.

Gli arresti giungono nonostante i rinnovati sforzi fra Ankara e il PKK per risolvere un conflitto che ha causato decine di migliaia di vittime. Si prevede che questi sforzi includano un appello del leader del PKK in carcere, Abdullah Ocalan, affinché il suo gruppo deponga le armi. Yerlikaya ha riferito che i detenuti sono sospettati di fornire sostegno finanziario al PKK, di reclutare membri, di fare propaganda e di partecipare a violente proteste di piazza.  La polizia ha sequestrato 2 fucili d’assalto AK-47 e altre armi durante i raid, ha dichiarato ancora il ministro.

Negli ultimi mesi il governo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha intensificato la repressione dell’opposizione, arrestando fra l’altro giornalisti e politici. Diversi sindaci curdi eletti sono stati estromessi dall’incarico e sostituiti con funzionari nominati dallo Stato per presunti legami con il PKK. L’ultimo episodio risale a sabato, quando il sindaco del comune di Van, nella Turchia orientale, è stato rimosso dal suo incarico e sostituito con il governatore nominato dallo Stato. Il PKK ha condotto un’insurrezione decennale in Turchia ed è considerato un’organizzazione terroristica dagli alleati occidentali della Turchia.