Hamas libera sei ostaggi israeliani: Omer Shem Tov bacia i miliziani sul palco. Il gruppo palestinese: "Ritardo in rilascio dei detenuti viola l'accordo per la tregua"

Iniziata la consegna degli ostaggi israeliani a Rafah. Intanto la famiglia della prigioniera israeliana deceduta Shiri Bibas, la madre dei bambini Kfir e Ariel, conferma che i resti restituiti ieri da Hamas sono effettivamente quelli della donna, identificati dell’Istituto di medicina legale di Israele.

IN AGGIORNAMENTO

Hamas: “Ritardo in rilascio dei detenuti viola l’accordo per la tregua”

Hamas critica Israele per il ritardo nel rilascio di centinaia di prigionieri di sicurezza palestinesi, tra cui molti condannati per terrorismo, previsto per oggi nell’ambito del settimo scambio di ostaggi e prigionieri previsto dall’attuale cessate il fuoco. Il gruppo palestinese ha affermato che il ritardo viola i termini dell’accordo di cessate il fuoco e ha invitato i mediatori a fare pressione su Israele affinché “rispetti l’accordo di cessate il fuoco e ne attui le disposizioni senza tergiversare”. Lo riporta il Times of Israel.

Genitori ostaggio: “Costretto a baciare miliziano Hamas”

I genitori di Omer Shem Tov, ostaggio liberato oggi da Hamas, hanno detto che il figlio ha perso notevolmente peso ed era trattenuto da solo dopo il rilascio del suo amico Itai Regev. Malki, il padre di Shem Tov, ha raccontato in un’intervista che “è stato solo per tutto il tempo e ha perso 17 chili“. Secondo il padre, durante la liberazione, i membri di Hamas hanno costretto il figlio a salutare e a baciare una delle guardie. “Ci ha detto: ‘Sono contento che stiate bene’. È pazzesco che si sia preso cura di noi”, ha aggiunto Malki.

Medico legale: “Su corpo Shiri Bibas no ferite da bombardamenti”

Il dottor Chen Kugel, direttore dell’Istituto nazionale di medicina legale (Abu Kabir), afferma che il suo team ha identificato con certezza i resti dell’ostaggio Shiri Bibas. “Abbiamo identificato Shiri Bibas due giorni dopo aver identificato i suoi figli”, ha detto, “il nostro esame non ha trovato prove di ferite causate dai bombardamenti“, contrariamente a quanto affermato da Hamas. Lo riporta il Times of Israel. Il corpo della donna è stato restituito ieri sera, dopo un iniziale “errore” da parte di Hamas.

 

Morto ex detenuto palestinese liberato 1 settimana fa a Gerusalemme

Nael Obeid, un ex detenuto palestinese liberato a Gerusalemme Est la scorsa settimana durante lo scambio di ostaggi con Israele, è morto dopo essere caduto dal tetto della sua casa a Issawiya. Lo riportano i media palestinesi. Obeid è stato dichiarato morto presso l’Hadassah Medical Center, vicino al Monte Scopus. Era stato condannato da Israele a sette ergastoli e 30 anni per aver preso parte a un attentato suicida nel 2003 al Café Hillel di Gerusalemme. Ha scontato 21 anni prima di essere rilasciato e di poter ricongiungersi con il padre che a sua volta era stato arrestato quando lui aveva solo 6 mesi.

Hamas: “Pronti ad abbandonare posizione in governo Gaza”

“Abbiamo detto molte volte, anche prima del 7 ottobre 2023, che siamo disposti a lasciare immediatamente la posizione di governo nella Striscia di Gaza e a consentire qualsiasi governo di unità palestinese o un governo tecnocratico o qualsiasi alternativa decisa dai palestinesi all’interno del consenso palestinese”. Lo ha affermato Basem Naim, membro del politburo di Hamas, come riporta Al Jazeera. Il funzionario ha aggiunto che Hamas è stato fondato come movimento di resistenza nazionale palestinese con obiettivi chiari, tra cui “sbarazzarsi dell’occupazione, raggiungere i veri obiettivi nazionali palestinesi di statualità, autodeterminazione e diritto al ritorno”. “Continueremo la nostra lotta con tutte le altre fazioni e con tutto il nostro popolo per raggiungere questi obiettivi con tutti i mezzi, compresi i mezzi politici e diplomatici e la resistenza armata”, ha concluso Naim, “ma per gestire la vita quotidiana dei palestinesi, come la salute, l’istruzione e gli affari sociali, siamo pronti a lasciare che sia una soluzione basata sul consenso”.

Hamas: “Netanyahu e suo governo ‘giocano sporco’ su seconda fase”

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il suo governo giocano “sporco” sulla seconda fase dell’accordo. Lo dice Basem Naim, alto funzionario dell’ufficio politico di Hamas, ricordando che i negoziati per la seconda fase del cessate il fuoco di Gaza avrebbero dovuto iniziare il 16esimo giorno della prima fase e continuare fino al momento in cui tutti i punti della seconda fase fossero stati concordati. “Purtroppo, Netanyahu e il suo governo hanno rifiutato di impegnarsi nella seconda fase, mentre manca solo una settimana al termine della prima fase. Crediamo ancora una volta che questi siano sporchi giochi del governo di destra per sabotare e indebolire l’accordo e per inviare un messaggio di volontà di tornare in guerra”, riferisce ad Al Jazeera. Hamas, aggiunge, rimane fedele all’accordo e ha rispettato i suoi obblighi ai sensi dell’accordo, mentre ha incontrato violazioni della prima fase e il rifiuto di prendere parte alla seconda fase. “Nella prima fase sono stati uccisi oltre 100 palestinesi, gran parte degli aiuti umanitari concordati non è stata autorizzata a entrare a Gaza e il ritiro dal corridoio di Netzarim è stato posticipato”, ha ricordato Naim.

Israele ritarda rilascio detenuti palestinesi

Israele sta ritardando il rilascio dei prigionieri palestinesi previsto per oggi come parte della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco, in cambio della liberazione di 6 ostaggi israeliani effettuata da Hamas. Il canale qatariota ‘Al-Arabi’ ha riferito che la polizia palestinese è stata informata del ritardo nel rilascio dei prigionieri. Questa mattina Israele ha pubblicato l’elenco dei 602 detenuti palestinesi che si appresta a liberare. Tra questi 60 scontavano lunghe condanne, 50 l’ergastolo e 47 erano stati nuovamente arrestati dopo uno scambio del 2011 con il soldato dell’Idf fatto prigioniero Gilad Shalit.

 Israele ha informato i funzionari palestinesi in Cisgiordania che il rilascio sarà posticipato alle 20 di questa sera, secondo quanto riportano fonti arabe citate dal Times of Israel. “Per quanto riguarda il ritardo nel rilascio dei terroristi, in seguito alla conclusione della consultazione sulla sicurezza (del primo ministro stasera), verrà presa una decisione sui prossimi passi e il completamento del ritorno degli ostaggi”, dice una fonte israeliana citata da diversi media ebraici.

Sesto ostaggio torna in Israele dopo quasi 10 anni

L’Idf e lo Shin Bet hanno annunciato che il sesto ostaggio liberato oggi da Hamas, Hisham al-Sayed, ha attraversato il confine e si trova in territorio israeliano, dopo quasi un decennio di prigionia. L’uomo, beduino israeliano del villaggio di Hura, viene portato in un punto di accoglienza iniziale vicino alla Striscia di Gaza, dove incontrerà la sua famiglia. Sayed era entrato nella Striscia da solo nei pressi del valico di Erez nell’aprile 2015 e, stando a quanto riferito dalla sua famiglia, soffre di una malattia mentale. Oggi sono stati rilasciati anche altri 5 ostaggi per un totale di sei. Sale quindi a 25 il numero degli ostaggi israeliani liberati nel complesso da Hamas come parte della prima parte dell’accordo di cessate il fuoco iniziato il mese scorso.

Sesto ostaggio consegnato a Croce Rossa 

L’Idf riferisce che la Croce Rossa ha notificato ai militari che Hisham al-Sayed, 36 anni, sesto ostaggio di cui era previsto il rilascio oggi, è stato consegnato da Hamas a Gaza City. La Croce Rossa sta ora portando al-Sayed dalle forze dell’Idf e dello Shin Bet. L’uomo sarà poi scortato fuori dalla Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel. Al Sayed, beduino israeliano del villaggio di Hura, nel deserto del Negev, è stato liberato senza la consueta ‘cerimonia’ da parte del gruppo militante. Era entrato nella Striscia da solo nei pressi del valico di Erez nell’aprile 2015 e, stando a quanto riferito dalla sua famiglia, soffre di una malattia mentale.

Raid esercito israeliano in case prigionieri in Cisgiordania 

In Cisgiordania le forze dell’esercito israeliano hanno fatto irruzione nelle case di numerosi prigionieri palestinesi che dovrebbero essere rilasciati oggi come parte dello scambio con gli ostaggi rilasciati di Hamas. I soldati israeliani hanno minacciato le loro famiglie e hanno detto loro di non organizzare eventi celebrativi, secondo il Palestinian Prisoners’ Media Office (Asra), come riporta Al Jazeera. Secondo l’Asra, le case in questione si trovano in villaggi e città a Ramallah, Hebron e Betlemme.

Croce Rossa in viaggio verso punto rilascio sesto ostaggio 

La Croce Rossa è in viaggio verso il punto di rilascio del sesto ostaggio previsto per oggi Hisham Al-Sayed. Lo riporta il Jerusalem Post. Stando a quanto riferito in precedenza da altri media, Al-Sayed, beduino israeliano del villaggio di Hura, nel deserto del Negev, sarà rilasciato da Hamas a Gaza City, senza una ‘cerimonia’ sul palco. 

Secondo un funzionario della difesa israeliano citato dal Times of Israel, la Croce Rossa è quindi in viaggio verso Gaza City per il rilascio di Al-Sayed. L’uomo è entrato nella Striscia da solo vicino al valico di Erez nell’aprile 2015 e, stando a quanto riferito dalla sua famiglia, soffre di una malattia mentale. Hamas avrebbe deciso di non tenere una cerimonia di rilascio per lui per “rispetto” della comunità araba in Israele. Al-Sayed è stato visto l’ultima volta in un video di propaganda diffuso da Hamas nel 2022, in cui era collegato a una maschera di ossigeno. 

Tre ostaggi arrivati in territorio israeliano

I tre ostaggi rilasciati da Hamas a Nuseirat, Omer Shem Tov, Eliya Cohen e Omer Wenkert, hanno attraversato il confine e si trovano in Israele, dopo 505 giorni di prigionia. Lo riferisce L’Idf, come riporta il Times of Israel. I tre sono stati scortati fuori dalla Striscia di Gaza dalle forze speciali israeliane, dopo essere stati consegnati loro dalla Croce Rossa. Vengono portati in una struttura dell’esercito vicino alla comunità di confine di Re’im, per un controllo fisico e mentale iniziale e per incontrare i familiari. 

Idf contro Hamas: “Dov’era ‘rispetto’ per comunità arabo-israeliana?”

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno criticato Hamas per il rilascio previsto per oggi, che avverrà separatamente e senza cerimonia, del sesto ostaggio, Hisham al-Sayed, detenuto a Gaza dal 2015. Inizialmente avrebbe dovuto essere liberato con gli altri 3 ostaggi a Nuseirat, ma un improvviso cambio di programma ha comportato che verrà rilasciato “senza cerimonia”. In una dichiarazione, l’Idf ha affermato che “Hamas non terrà la sua ‘cerimonia’ per l’ostaggio Hisham al-Sayed nel rispetto della comunità beduina-israeliana, non esponendolo a questa esperienza disumanizzante e traumatica”. L’Idf ha quindi chiesto “dov’era questo ‘rispetto’ per la comunità arabo-israeliana quando hanno tenuto Hisham in ostaggio per oltre un decennio?”. 

 

Uno dei tre ostaggi sul palco bacia sulla testa miliziani 

Uno dei tre ostaggi liberati da Hamas a Nuserait, Omer Shem Tov, mentre si trovava sul palco ha sorriso, salutato e mandato baci alla folla, prima di baciare sulla testa due miliziani di Hamas a volto coperto vicini a lui. Sul palco, insieme a Shem Tov, anche gli altri due ostaggi liberati, Eliya Cohen e Omer Wenkert.

Tre ostaggi consegnati a Croce Rossa

 I tre ostaggi Omer Shem Tov, Eliya Cohen e Omer Wenkert sono stati consegnati da Hamas alla Croce Rossa a Nuseirat, dopo la consueta cerimonia che li ha visti scortati dai miliziani sul palco davanti a centinaia di palestinesi. I tre ostaggi indossavano finte uniformi dell’esercito, nonostante non fossero soldati al momento del loro rapimento, avvenuto il 7 ottobre al festival musicale Nova. Shem Tov e Wenkert hanno sorriso e salutato la folla. I veicoli della Croce Rossa hanno lasciato il punto di liberazione e i tre verranno poi consegnati alle forze dell’Idf nella Striscia di Gaza. Assistendo al rilascio, la famiglia e gli amici di Cohen in Israele hanno cantato ‘Eliya! Eliya! Eliya!’ e hanno applaudito quando lo hanno visto per la prima volta. La nonna di Shem Tov ha urlato di gioia ‘Omer, la mia gioia! La mia vita!’ quando lo ha visto. E

Tre ostaggi su palco Hamas a Nuseirat 

I tre ostaggi israeliani Omer Shem Tov, Eliya Cohen e Omer Wenkert sono stati portati da miliziani di Hamas su un palco allestito a Nuseirat, prima della loro consegna alla Croce Rossa. I tre, scortati da combattenti e con in mano un documento, hanno sorriso e salutato. Nel contempo, nella piazza degli ostaggi di Tel Aviv, la folla è scoppiata in grida di gioia, mentre venivano trasmesse sugli schermi le immagini della liberazione dei tre.

Hamas: “Pronti a scambio completo ostaggi-prigionieri”

Hamas ha riferito in una dichiarazione la sua “disponibilità a passare alla seconda fase dell’accordo” di cessate il fuoco e “la volontà di portare a termine un processo di scambio completo” di ostaggi e prigionieri, “che realizzerà un cessate il fuoco permanente e un ritiro completo dell’occupazione” israeliana. Lo riporta Al Jazeera.

Hazem Qassem, portavoce di Hamas, ha sottolineato che il gruppo conferma la sua serietà nel completare tutte le fasi delle operazioni di scambio di prigionieri. Hamas è pronto “a portare a termine una singola operazione di scambio (di prigionieri) nella seconda fase in cambio dell’impegno dell’occupazione” israeliana “per un cessate il fuoco sostenibile, il ritiro da Gaza e il rilascio dei nostri detenuti dalle sue prigioni”, ha riferito Qassem. 

Uno degli ostaggi sarà rilasciato senza ‘cerimonia’ a Gaza City

Hisham al-Sayed, uno degli ostaggi che verrà liberato oggi da Hamas, tenuto prigioniero per circa un decennio, non sarà rilasciato a Nuseirat, come sembrava inizialmente, ma in un altro luogo a Gaza City, senza una “cerimonia” sul palco. Lo riporta Al Jazeera citando una fonte di Hamas. Secondo Ynet, a differenza degli altri ostaggi, al-Sayed non verrà rilasciato con una cerimonia perché musulmano “e per rispetto della sua famiglia”. Al-Sayed, beduino israeliano del villaggio di Hura, nel deserto del Negev, è entrato nella Striscia da solo nei pressi del valico di Erez nell’aprile 2015. 

Croce Rossa arrivata a punto rilascio ostaggi a Nuseirat

La Croce Rossa è arrivata al secondo punto di rilascio degli ostaggi a Nuseirat, dove una folla di palestinesi si sta radunando, rendendo difficile il passaggio dei veicoli dell’organizzazione. Lo riporta Ynet. Secondo un funzionario della difesa israeliano citato dal Times of Israel, gli ostaggi Omer Shem Tov, Eliya Cohen e Omer Wenkert verranno rilasciati da Hamas a Nuseirat, mentre Hisham al-Sayed, il sesto ostaggio che sarà liberato oggi, verrà consegnato alla Croce Rossa in un terzo punto a Gaza City.

Primi due ostaggi arrivati a punto accoglienza in sud Israele

I due ostaggi liberati da Hamas a Rafah, Avera Mengistu e Tal Shoham, sono arrivati a un punto di accoglienza nel sud di Israele per incontrare le famiglie. La moglie e i figli di Shoham, anche loro tenuti come ostaggi da Hamas e liberati nel novembre 2023, lo incontreranno al punto di accoglienza iniziale. L’Idf riferisce che gli ostaggi saranno sottoposti a una prima valutazione medica e saranno riuniti alle loro famiglie. La famiglia di Tal Shoham ha diffuso una dichiarazione dopo il suo rilascio questa mattina, definendolo come “un momento indimenticabile, in cui tutte le emozioni si mescolano rapidamente”, sottolineando che “il nostro Tal è con noi”. “Ringraziamo l’intero popolo di Israele per essere stato con noi durante i lunghi giorni di dolore e sofferenza”, afferma la famiglia, “in questo momento significativo delle nostre vite, la nostra unica richiesta è di cogliere l’opportunità che si è presentata e di concludere un accordo che restituirà i padri ai loro figli, figli che hanno bisogno dei loro padri, e riporterà a casa tutti gli ostaggi: i vivi per la riabilitazione e i caduti per il riposo eterno. C’è una finestra di opportunità, non dobbiamo perderla”. 

Primi due ostaggi arrivati in Israele

I due ostaggi liberati da Hamas a Rafah, Tal Shoham e Avera Mengistu, hanno attraversato il confine e si trovano in Israele. Lo afferma l’Idf, citato dal Times of Israel.Shoham è stato tenuto prigioniero da Hamas per 505 giorni, mentre Mengistu è stato tenuto prigioniero per 3.821 giorni. I due sono stati scortati fuori dalla Striscia di Gaza dalle forze speciali israeliane, dopo essere stati consegnati dalla Croce Rossa.

Hamas: “Su morte Bibas complete bugie da Israele”

Per quanto riguarda la morte dei piccoli Ariel e Kfir Bibas, presi in ostaggio insieme alla madre Shiri da Hamas il 7 ottobre, l’esercito israeliano avrebbe diffuso “complete bugie” sul fatto che siano stati uccisi dal gruppo militante palestinese, che invece sostiene che siano morti in un bombardamento israeliano dell’edificio in cui erano tenuti a Gaza. Hamas sottolinea che l’affermazione di Israele “è un disperato tentativo di eludere la responsabilità del suo esercito criminale per l’uccisione della famiglia”, viene riferito in una dichiarazione. Hamas ha affermato che la famiglia Bibas è stata uccisa a causa del “genocidio, del brutale bombardamento, della distruzione diffusa di edifici e quartieri e dell’ostruzione dell’accordo di cessate il fuoco da parte del criminale di guerra Netanyahu”. L’esercito israeliano (Idf) invece ha reso noto che i fratellini sono stati uccisi da Hamas “a mani nude” alcune settimane dopo il loro rapimento del 7 ottobre 2023. Hamas ha restituito a Israele i resti dei due bambini giovedì e della madre venerdì.

Hamas: “Coesione tra popolo e resistenza è solida” 

 Hamas ha riferito che il rilascio di sei ostaggi israeliani rispecchia l’unità del popolo palestinese e riafferma il suo impegno nei confronti dell’accordo di cessate il fuoco, accusando Israele di ritardarne l’attuazione. “La consegna avviene in una maestosa scena nazionale, che riflette l’unità del nostro popolo e delle nostre fazioni, mentre l’occupazione sta vivendo uno stato di frammentazione e scambio di accuse”, ha affermato in una dichiarazione il gruppo militante, come riportato da Al Jazeera.”L’enorme presenza pubblica durante la consegna dei sei prigionieri nemici – sottolinea il gruppo palestinese – porta un messaggio rinnovato al nemico e ai suoi sostenitori: la coesione tra il nostro popolo e la sua resistenza è radicata e solida”. Hamas ha anche ribadito la sua “disponibilità a passare alla seconda fase dell’accordo e la volontà di completare un processo di scambio completo, che realizzerà un cessate il fuoco permanente e un ritiro completo dell’occupazione”.

 

Ostaggi consegnati a Idf 

Gli ostaggi rilasciati da Hamas a Rafah, Tal Shoham e Avera Mengistu, sono stati consegnati dalla Croce Rossa alle forze dell’Idf nella Striscia di Gaza. Lo riferisce l’esercito, come riporta il Times of Israel. I due ostaggi rilasciati saranno portati fuori dalla Striscia in una struttura dell’esercito vicino alla comunità di confine di Re’im, per un controllo iniziale e per incontrare la famiglia. Nelle prossime ore è previsto che Hamas rilasci gli ostaggi Omer Shem Tov, Eliya Cohen, Omer Wenkert e Hisham al-Sayed nell’area di Nuseirat. 

Idf conferma, ostaggi consegnati a Croce Rossa 

L’Idf riferisce che la Croce Rossa ha notificato all’esercito che gli ostaggi liberati Tal Shoham e Avera Mengistu sono stati consegnati loro da Hamas. La Croce Rossa, stando a quanto riferisce l’esercito, li sta ora portando all’Idf e alle forze dello Shin Bet a Gaza e saranno poi scortati fuori dalla Striscia. Lo riporta il Times of Israel. 

Primi due ostaggi consegnati a Croce Rossa a Rafah

Due dei sei ostaggi che saranno rilasciati oggi da Hamas sono stati consegnati ai funzionari della Croce Rossa a Rafah, nella parte meridionale di Gaza. Si tratta di Avera Mengistu, rapito nel 2014 dopo aver attraversato la Striscia di Gaza, e Tal Shoham, 40 anni, portato via dal Kibbutz Be’eri il 7 ottobre 2023. Si prevede che altri quattro ostaggi siano rilasciati oggi a Nuseirat. I due, come riporta il Times of Israel, appaiono magri e fragili, ma in piedi. Shoham viene visto per la prima volta dalla sua cattura il 7 ottobre 2023. Mengistu, a parte un video della prigionia di qualche anno fa, appare per la prima volta dal 2014. 

I due ostaggi Tal Shoham e Avera Mengistu sono stati caricati sulle ambulanze della Croce Rossa, dopo essere stati portati da combattenti di Hamas mascherati e armati su un palco di fronte alla folla a Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza. Le ambulanze si sono poi dirette verso Israele. Assistendo al rilascio sui media israeliani, la famiglia di Mengistu ha intonato una canzone ebraica dal titolo ‘Ecco la luce’, vedendolo per la prima volta in più di un decennio. Shoham, invece, del villaggio di Ma’ale Tzviya, nel nord di Israele, era in visita alla famiglia della moglie nel kibbutz Be’eri quando i militanti di Hamas hanno fatto irruzione nella comunità durante gli attacchi del 7 ottobre 2023. La famiglia di Shoham ha detto ai media israeliani che sta “cominciando a respirare di nuovo” dopo averlo visto sul palco. La moglie di Shoham, due bambini piccoli e altri tre parenti che erano stati rapiti con lui sono stati liberati in uno scambio nel novembre 2023. 

Allestito palco Hamas a Rafah per consegna ostaggi israeliani

Hamas ha allestito dei palchi a Rafah, nella parte meridionale di Gaza, e nell’area di Nuseirat, nel centro della Striscia, per la consegna di sei ostaggi israeliani prevista oggi. Come è accaduto con i precedenti rilasci, i palchi sono tappezzati di manifesti di propaganda. Lo riferisce ‘The Times of Israel’. Hamas rilascerà questa mattina gli ostaggi Tal Shoham, Omer Shem-Tov, Eliya Cohen, Omer Wenkert, Avera Mengistu e Hisham al-Sayed. Secondo le precedenti dichiarazioni del gruppo terroristico, i sei sono gli ultimi fra quelli che vengono consegnati durante la prima fase e che sono ancora vivi. Al-Sayed e Mengistu sono prigionieri a Gaza da oltre un decennio, dopo essere entrati nella Striscia di loro spontanea volontà. Gli altri sono stati rapiti il 7 ottobre 2023

 

 Famiglia Bibas: “Di Shiri il corpo consegnato da Hamas”

 “La nostra Shiri è ritornata a casa”. Così i familiari di Shiri Bibas, madre dei due bambini israeliani ostaggio morti nella Striscia di Gaza per mano di Hamas, sull’account social ‘Bring Bibas Back’. “Dopo il processo di identificazione all’Istituto di medicina forense, questa mattina abbiamo ricevuto la notizia che più temevamo. La nostra Shiri è stata uccisa in prigionia ed è ora ritornata a casa dai suoi figli, da suo marito, da sua sorella e da tutto il resto della famiglia”, scrivono ancora. E poi aggiungono: “Nonostante le nostre paure per il loro destino, noi abbiamo sperato di poterli abbracciare di nuovo, e ora siamo distrutti e addolorati. Shiri è stata una madre meravigliosa di Ariel e Kfir, una partner amorevole di Yarden, una sorella e una zia affezionata e un’amica fantastica”.

 

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