Morto a 88 anni Boris Spassky, campione russo di scacchi

Lutto nel mondo degli scacchi. È morto all’età di 88 anni Boris Spassky, grande maestro e campione del mondo dal 1969 al 1972 e otto volte medaglia d’oro alle Olimpiadi degli scacchi. Lo rende noto la federazione scacchistica russa. È noto per aver dato vita con lo statunitense Robert James Fischer alla cosiddetta sfida del secolo nel match per il titolo mondiale del 1972. 

Nato a Leningrado nell’allora Unione Sovietica, Spassky aveva la cittadinanza francese. Grande maestro, è stato campione del mondo dal 1969 al 1972 e otto volte medaglia d’oro alle Olimpiadi degli scacchi. Spasskij è stato considerato un giocatore a tutto tondo e il suo ‘stile universale’ divenne un chiaro vantaggio che gli consentì di battere molti dei principali grandi maestri. Il suo regno di campione del mondo durò solo tre anni, poiché perse il titolo contro lo statunitense Fischer nel 1972 in un incontro entrato nella leggenda. La competizione si svolse a Reykjavík, in Islanda, all’apice della guerra fredda e di conseguenza venne vista anche come un simbolo del confronto politico tra USA e Urss. In seguito alla vittoria di Fischer, Spasskij ritornò a casa finendo in disgrazia. Il campione russo continuò a giocare, vincendo diversi tornei, tra cui il campionato sovietico del 1973, poi negli incontri dei candidati del 1974 Spasskij perse contro l’emergente Anatolij Karpov, altra leggenda sovietica, a Leningrado. Nel 1992 Fischer, dopo 20 anni di lontananza dagli scacchi, riemerse per organizzare una ‘rivincita del XX secolo’ contro Spasskij nel Montenegro ed a Belgrado, una riedizione del campionato del mondo del 1972. All’epoca, Spasskij era classificato al 106º posto della graduatoria Fide e Fischer non vi compariva nemmeno (a causa dei suoi vent’anni di inattività). Questo incontro fu essenzialmente l’ultima grande sfida di Spasskij e problemi di salute gli impedirono di mettere in piedi una sfida credibile. Quando nel 2004 Fischer venne arrestato all’aeroporto di Tokyo dalle autorità nipponiche per conto degli Stati Uniti d’America, ufficialmente per un passaporto irregolare, Spasskij scrisse una lettera aperta al presidente degli Stati Uniti George W. Bush in sostegno del suo collega.