Dovranno essere quasi 2 miliardi di dollari in aiuti per il lavoro già svolto

Una Corte Suprema fortemente divisa ha respinto oggi la richiesta dell’amministrazione Trump di redarguire un giudice federale che aveva imposto lo sblocco rapido di miliardi di dollari di aiuti esteri. Con un voto di 5 contro 4, la Corte ha detto al giudice distrettuale degli Stati Uniti Amir Ali di chiarire la sua precedente sentenza che imponeva all’amministrazione repubblicana di pagare quasi 2 miliardi di dollari in aiuti per il lavoro già svolto dall’Usaid.

La posizione dei giudici conservatori

Il giudice Samuel Alito ha guidato quattro giudici conservatori a votare contro, affermando che Ali non ha l’autorità per ordinare i pagamenti. Alito ha scritto di essere stupito che la Corte stia premiando “un atto di arroganza giudiziaria”. L’azione della corte lascia quindi in vigore l’ordine restrittivo temporaneo di Ali che aveva messo in pausa il congelamento dei fondi. La corte ha chiesto però ad Ali di “chiarire quali obblighi il governo deve adempiere per garantire il rispetto dell’ordine restrittivo temporaneo, tenendo in debito conto la fattibilità di qualsiasi termine di adempimento”. Ali terrà una nuova udienza domani per valutare una pausa più duratura.

Ricorso dell’amministrazione

Ali aveva ordinato il ripristino temporaneo dei finanziamenti il 13 febbraio, ma quasi due settimane dopo ha constatato che il governo non dava segni di voler rispettare la sentenza e ha fissato una scadenza entro cui andavano sbloccati i pagamenti per il lavoro già completato. L’amministrazione guidata da Donald Trump ha fatto ricorso, definendo l’ordine di Ali “incredibilmente intrusivo e profondamente errato” e protestando per la tempistica di stanziamento dei fondi.

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