Decine di siriani provenienti dall’area costiera del Paese, in fuga dai combattimenti che nei giorni scorsi hanno provocato più di mille morti intorno alla città portuale di Latakia, hanno attraversato le acque di un fiume per superare il confine ed entrare nel vicino Libano. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha dichiarato in un comunicato che, secondo le autorità locali, oltre 6.000 persone sono arrivate in circa una dozzina di villaggi nella provincia di Akkar, nel nord del Libano, mentre gli arrivi in altre parti del paese sono ancora in fase di verifica. Un attacco a sorpresa giovedì da parte di uomini armati fedeli all’ex leader Bashar al-Assad è degenerato in scontri e ha scatenato la peggiore ondata di violenza nel paese dal dicembre scorso, quando gli insorti guidati dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) hanno rovesciato Assad. La controffensiva contro i lealisti di Assad nella regione costiera, prevalentemente alawita, ha gettato nel caos diverse città e villaggi. Le organizzazioni per i diritti umani hanno segnalato decine di omicidi per vendetta compiuti da militanti sunniti contro la minoranza alawita, indipendentemente dal loro coinvolgimento nell’insurrezione. Il Ministero della Difesa siriano ha annunciato la fine dell’operazione per contrastare la violenza, ma la fuga della popolazione verso il Libano continua, con persone che attraversano colline e fiumi per raggiungere la provincia di Akkar. Il leader delle forze ribelli, Al-Sharaa, ha affermato che gli attacchi ritorsivi contro i civili alawiti e il maltrattamento dei prigionieri sono stati episodi isolati e ha promesso di perseguire i responsabili, annunciando la formazione di un comitato d’inchiesta. Tuttavia, gli eventi hanno allarmato i governi occidentali, che sono stati sollecitati a revocare le sanzioni economiche contro la Siria. Le autorità libanesi hanno riferito che numerosi siriani continuano ad attraversare il confine attraverso passaggi non ufficiali, cercando rifugio nel paese vicino.