Le truppe Idf in azione a Beit Lahiya nel nord. Sirene a Tel Aviv per razzi dalla Striscia e Gerusalemme per missili dallo Yemen

Le forze dell’esercito israeliano hanno iniziato le operazioni di terra nell’area di Beit Lahiya, nella Striscia di Gaza settentrionale. Lo ha riferito un portavoce dell’Idf, che ha aggiunto che prima dell’operazione, le truppe e lo Shin Bet hanno attaccato le infrastrutture terroristiche di Hamas e i siti di lancio dei missili anticarro nella zona. Allo stesso tempo, sono continuati gli attacchi a decine di obiettivi nella notte. “Come parte degli attacchi, jet da combattimento e aerei hanno attaccato decine di terroristi, strutture militari, armi e ulteriori infrastrutture terroristiche che rappresentavano una minaccia per le forze dell’Idf e lo Stato di Israele”, fa sapere l’Idf. E nella tarda mattinata di oggi le sirene di allarme sono risuonate nel centro del paese e a Tel Aviv per il lancio di razzi dalla Striscia, ha comunicato l’esercito con la Stella di Davide. Hamas ha rivendicato gli attacchi.  Le autorità militari hanno fatto sapere che i razzi erano tre: uno è stato intercettato dalle difese aeree, mentre gli altri due hanno colpito aree aperte. In serata poi le sirene d’allarme sono risuonate nella zona di Gerusalemme, vicino al Mar Morto e in alcune zone del centro, per il lancio di un missile balistico dallo Yemen, poi intercettato. 

Successivamente l’Idf  ha affermato di aver ampliato le loro operazioni terrestri nel sud di Gaza. Lo riporta Times of Israel. Nelle ultime ore le truppe sono avanzate nel campo di Shaboura a Rafah e hanno distrutto “infrastrutture terroristiche”, riferisce l’esercito. Nel frattempo, le truppe continuano a operare sulla costa settentrionale della Striscia e nell’area del corridoio Netzarim, nella parte centrale di Gaza. L’Idf comunica poi che nel nord di Gaza i soldati hanno distrutto le infrastrutture utilizzate da Hamas come centro di comando negli ultimi mesi per pianificare e lanciare attacchi contro truppe e civili. Inoltre, aggiunge l’esercito, nelle ultime ore sono stati effettuati attacchi aerei in tutta Gaza, prendendo di mira siti di Hamas e della Jihad islamica palestinese.

Lo stato ebraico ha ripreso martedì ad attaccare la Striscia dopo lo stallo nei colloqui con Hamas, mediati da Egitto e Qatar, sull’estensione della tregua e la liberazione dei 59 ostaggi israeliani ancora prigionieri del gruppo estremista nell’enclave. Secondo Al Jazeera Arabic ci sono 71 morti nei raid aerei condotti dall’Idf nella notte in varie parti di Gaza, in particolare a Khan Younis, Rafah e Beit Lahiya mentre le autorità sanitarie della Striscia parlano di 504 morti palestinesi dalla ripresa delle ostilità e 110 nelle ultime 24 ore. 

Sono rattristato e scioccato perché morte e distruzione sono tornati a Gaza, e il popolo palestinese ha già sofferto troppo. Quindi rinnovo il mio appello al rispetto del cessate il fuoco per un accesso umanitario ora impedito a tutte le aree di Gaza e per il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi. E’ assolutamente essenziale mantenere la porta aperta all’unico modo per portare la pace in Medio Oriente, che è quello di avere uno Stato palestinese fianco a fianco con uno Stato israeliano”, dice il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, in un punto stampa con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, al vertice di Bruxelles. 

Donald Trump “sostiene pienamente” la ripresa delle attività militari da parte di Israele a Gaza, ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, riporta Haaretz. “Il presidente ha detto molto chiaramente ad Hamas che se non avessero rilasciato tutti gli ostaggi, ci sarebbe stato l’inferno da pagare. Sfortunatamente, Hamas ha scelto di giocare un gioco mediatico con le vite umane”, ha affermato.

Ma se Netanyahu incassa il sostegno di Washington arriva una dura critica dal presidente israeliano Isaac Herzog all’esecutivo, pur senza nominare il primo ministro.  “È impossibile non essere profondamente turbati dalla dura realtà che si sta dispiegando davanti ai nostri occhi”, ha affermato il presidente in un videomessaggio, citato da Times of Israel. “È impossibile riprendere i combattimenti per adempiere al sacro comando di riportare indietro gli ostaggi e allo stesso tempo non ascoltare e sostenere le loro famiglie disperate che stanno attraversando l’inferno sulla terra”, ha continuato Herzog, affermando di incontrare famiglie in lutto che “implorano e gridano per evitare di approfondire la frattura e la divisione, chiedono unità, amore per Israele, chiedono di preservare lo Stato, chiedono un’indagine completa, approfondita e indipendente sul terribile disastro”. “Purtroppo”, ha continuato Herzog, “stiamo assistendo a una serie di azioni unilaterali e sono profondamente preoccupato per il loro impatto sulla nostra resilienza nazionale”. 

 

Manifestazioni contro Netanyahu a Gerusalemme: scontri

Intanto a Gerusalemme migliaia di persone hanno marciato verso la Knesset per protestare contro il governo di Benjamin Netanyahu e la decisione di riprendere la guerra a Gaza senza aver raggiunto un accordo per la liberazione degli ostaggi.  Scontri si sono verificati quando i manifestanti hanno hanno tentato di sfondare le barriere in Gaza Street e la polizia ha cercato di disperderli usando spray al peperoncino e manganelli. Lo riporta il Times of Israel. Il presidente dei Democratici Yair Golan, presente alla manifestazione, è stato spinto a terra da un agente di polizia. Il presidente del partito di Unità Nazionale, Benny Gantz, ha accusato il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu di incitamento alla violenza, in seguito all’episodio. “Quello a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni non è nato dal nulla – ha scritto su X – tutto questo è il risultato diretto di un governo estremista che ha perso la sua moderazione ed è impegnato ad ampliare la divisione tra la gente invece di promuovere l’unità. Fermatevi prima che accada un disastro”, afferma Gantz.

 

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata