Nel tardo pomeriggio dell'8 luglio 2023 era stata denunciata la scomparsa del bimbo di due anni, nel 2024 il ritrovamento del cranio

I nonni materni di Emile, scomparso all’età di 2 anni l’8 luglio 2023 a le Vernet (Alpi dell’Alta Provenza) sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. La coppia, da formata Philippe Vedovini e sua moglie, era con il bambino quando è scomparso. Lo riporta l’emittente Bfmtv. 

In totale sono quattro le persone coinvolte, come riporta Le Monde.

La scomparsa di Emile l’8 luglio 2023

Nel tardo pomeriggio dell’8 luglio 2023, il piccolo scompare nel borgo di Haut-Vernet. I suoi nonni allertano la gendarmeria, spiegando che il bambino è sfuggito alla loro vigilanza. La storia è interamente ricostruita da Bfmtv: viene subito aperta un’indagine in flagranza. Rapidamente, le forze dell’ordine iniziano le ricerche del bambino. Per diversi giorni, molti abitanti volontari partecipano alle battute nel villaggio circondato da foreste e boschi nel tentativo di ritrovarlo, senza successo.

L’inchiesta subisce un’accelerazione dieci giorni dopo, con l’apertura di un’indagine giudiziaria per accertare le cause della scomparsa di Émile. Inizialmente non si capisce infatti che è morto: sembra sia solo scomparso.

Il ritrovamento del cranio 

Nel 2024 una escursionista ritrova il cranio del bambino, come spiega sempre Bfmtv, in pieno mezzo di un sentiero a due chilometri da Haut-Vernet. Successivamente, vengono ritrovati alcuni vestiti, sparsi in un’area di 150 metri attorno al luogo in cui si trovava il cranio. Questa scoperta fondamentale nell’inchiesta conferma definitivamente la morte di Émile.

Chi sono i nonni di Emile

Il nonno di Émile, Philippe Vedovini, è un osteopata di La Bouilladisse, luogo d’origine di questa famiglia cattolica molto devota. Con sua moglie ha avuto dieci figli, tutti istruiti a casa, tra cui Marie, la madre di Émile, che è la primogenita. La loro storia è ricostruita da Le Monde.

Philippe Vedovini era stato posto diversi anni fa sotto lo status di testimone assistito nell’ambito di un’indagine su sospetti di violenze e aggressioni sessuali risalenti all’inizio degli anni ’90 nella comunità religiosa della Sainte-Croix de Riaumont, a Liévin (Pas-de-Calais), dove ricopriva il ruolo di capo scout.

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