Il processo si è svolto a porte chiuse e rientra nella repressione delle autorità di Mosca nei confronti del dissenso

Un tribunale in Russia ha condannato quattro giornalisti a cinque anni e mezzo di carcere ciascuno per estremismo, con l’accusa di aver lavorato per un gruppo anti-corruzione fondato dal defunto oppositore del presidente Putin, Alexei Navalny. I quattro reporter – Antonina Favorskaya, Kostantin Gabov, Sergey Karelin e Artyom Kriger – sono stati giudicati colpevoli di coinvolgimento in un gruppo etichettato come estremista. Tutti hanno sostenuto la loro innocenza e affermano di essere stati perseguiti per aver svolto il loro lavoro di giornalisti. Il loro processo è stato svolto a porte chiuse e rientra nella repressione delle autorità russe nei confronti del dissenso, che ha raggiunto una portata senza precedenti dopo l’invasione da parte della Russia dell’Ucraina a febbraio del 2022. Le autorità hanno preso di mira esponenti dell’opposizione, giornalisti indipendenti, attivisti per i diritti umani e semplici cittadini russi critici nei confronti del Cremlino, imprigionandone centinaia e spingendone migliaia a fuggire dal Paese per evitare di essere perseguiti.

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