Il presidente americano: "Powell avrebbe dovuto abbassare i tassi di interesse, come la Bce, molto tempo fa, ma dovrebbe certamente abbassarli ora"
Il presidente americano, Donald Trump, torna ad attaccare il numero uno della Fed, Jerome Powell, definendolo “lento” e auspicandone un licenziamento quanto prima. “Si prevede che la Bce taglierà i tassi di interesse per la settima volta, eppure, ‘sempre in ritardo’ Jerome Powell della Fed, che è sempre TROPPO IN RITARDO E IN ERRORE, ha pubblicato ieri un rapporto che è stato l’ennesimo, e tipico, completo ‘pasticcio’! I prezzi del petrolio sono in calo, i generi alimentari (persino le uova!) sono in calo e gli Stati Uniti si stanno ARRICCHENDO CON I DAZI. ‘Sempre in ritardo'” Powell “avrebbe dovuto abbassare i tassi di interesse, come la Bce, molto tempo fa, ma dovrebbe certamente abbassarli ora. Il licenziamento di Powell non può arrivare abbastanza in fretta”. Lo scrive su Truth il presidente Usa Donald Trump.
Trump: “Le dimissioni di Powell non arriveranno mai troppo in fretta”
Trump ha ribadito la sua frustrazione per il fatto che la Fed non abbia tagliato i tassi di interesse in modo aggressivo e affermando che le dimissioni del governatore della banca centrale “non arriveranno mai abbastanza in fretta”. Trump ha accennato alla possibilità di licenziare Powell, il cui mandato non scadrà prima del prossimo anno. L’attacco del presidente repubblicano arriva il giorno dopo l’affermazione di Powell sul fatto che i dazi ad ampio raggio di Trump hanno spinto la Federal Reserve a cercare “maggiore chiarezza” sull’impatto dei cambiamenti politici in settori come l’immigrazione, la tassazione, la regolamentazione e i dazi prima di intervenire sui tassi di interesse. Oggi la Banca Centrale Europea ha abbassato il suo tasso di interesse di riferimento dal 2,5% al 2,25%. Powell era stato inizialmente nominato da Trump nel 2017, ed è stato rinnovato per un quadriennio da Joe Biden nel 2022. In una conferenza stampa di novembre, Powell ha dichiarato che non si sarebbe dimesso se Trump glielo avesse chiesto, aggiungendo che la rimozione o la retrocessione di alti funzionari della Fed “non era consentita dalla legge”.
Powell, all’inizio del secondo mandato di Trump, si trovava a fronteggiare una situazione relativamente tranquilla, con un basso tasso di disoccupazione e l’inflazione vicina all’obiettivo del 2%, condizioni che avrebbero potuto risparmiare al banchiere centrale statunitense il livore del presidente. Ma i dazi aggressivi e casuali di Trump hanno aumentato il rischio di una recessione, con maggiori pressioni inflazionistiche e una crescita più lenta, una situazione difficile per Powell, il cui mandato è stabilizzare i prezzi e massimizzare l’occupazione.
Con l’economia in indebolimento a causa delle scelte di Trump, il presidente sembra voler addossare la colpa a Powell. Quest’ultimo nel suo intervento all‘Economic Club di Chicago mercoledì, ha affermato che la Fed baserà le sue decisioni esclusivamente su ciò che è meglio per tutti gli americani. “È l’unica cosa che faremo”, ha detto Powell.
“Non saremo mai influenzati da alcuna pressione politica. La gente può dire quello che vuole. Va bene, non è un problema. Ma faremo ciò che facciamo in modo rigoroso, senza considerare fattori politici o altri fattori estranei”. “La nostra indipendenza è una questione di legge – ha continuato Powell -. Non siamo revocabili se non per giusta causa. Svolgiamo mandati molto lunghi, mandati apparentemente infiniti. Quindi siamo tutelati dalla legge. Il Congresso potrebbe modificare questa legge, ma non credo che ci sia alcun pericolo in tal senso. L’indipendenza della Fed gode di un ampio sostegno da entrambi i partiti politici e da entrambi gli schieramenti del Congresso”.
BREAKING: Fed Chair Jerome Powell just announced that Trump’s tariffs are larger than anticipated and they may put the central bank in a challenging situation “not seen in decades.”
TRUMP DID THIS! Not Biden.
— Brian Krassenstein (@krassenstein) April 16, 2025
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata