Ieri la Corte d'appello di New York e la Corte Suprema hanno respinto la richiesta di rinvio del tycoon che

C’è grande attesa negli Stati Uniti per il caso della pornostar Stormy Daniels che coinvolge il presidente eletto Donald Trump: alle 15:30 di oggi ora italiana arriverà infatti la sentenza. Ieri è infatti arrivato il doppio no alla richiesta di rinvio presentata dagli avvocati del tycoon: prima dalla corte d’Appello di New York e poi dalla Corte Suprema. 

Trump è stato condannato di aver falsificato documenti societari in quello che i procuratori hanno definito un tentativo di coprire un pagamento di 130mila dollari a Daniels. Trump ha negato qualsiasi relazione con Daniels o qualsiasi illecito. 

Trump: “Farò appello contro Corte Suprema, giustizia prevarrà”

Immediata la reazione di Trump che ha commentato la respinta della Corte Suprema sul suo social Truth. “Apprezzo il tempo e lo sforzo della Corte Suprema degli Stati Uniti nel cercare di rimediare alla grande ingiustizia che mi è stata fatta dal ‘giudice facente funzioni’, altamente conflittuale, che non avrebbe dovuto essere autorizzato a giudicare questo caso. Ogni studioso di diritto ha dichiarato, inequivocabilmente, che questo caso non avrebbe mai dovuto essere intentato. Non c’era alcun caso contro di me. In altre parole, sono innocente di tutte le false accuse inventate dal giudice. Questa non è stata altro che una strumentalizzazione del nostro sistema giudiziario contro un avversario politico”, si legge nel lungo post. “Per il bene e la santità della Presidenza – ha aggiunto – farò appello a questo caso e sono fiducioso che la giustizia sopravviverà. I resti patetici e morenti della caccia alle streghe contro di me non ci distrarranno mentre ci uniamo per rendere l’America più grande”. 

 

Corte appello dà ok a pubblicazione rapporto Smith su Trump

Il rapporto del procuratore speciale americano Jack Smith su Donald Trump può essere reso pubblico. Lo ha stabilito la Corte d’appello federale, lasciando in vigore la sospensione di tre giorni che potrebbe dare a Trump il tempo di chiedere l’intervento della Corte Suprema.

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