Il press agent e amico dell'artista a 'La volta buona': "Raffa non sopportava 'Din don dan'. La camicia di 'Rumore'? Un accappatoio tagliato".

Raffaella Carrà non sopportava “la sigla di ‘Milleluci‘ (‘Din don dan‘) con Mina” che le venne “rifilata” dalla stessa cantante. Lo ha rivelato Angelo Perrone, press agent e grande amico di Carrà, a ‘La volta buona’ (Rai1), condotto da Caterina Balivo. “Quando le fu assegnata la sigla di apertura o di chiusura – ha raccontato Perrone – Mina elegantemente le disse ‘tu sei la regina delle sigle per cui è giusto che quella di apertura la faccia tu e io ho già la canzone’. Raffaella quindi guardò Boncompagni come a dire ‘Come ce l’ha già?’ perché lei era abituata a lavorare con i suoi autori e la sua orchestra”. Carrà, prosegue Perrone, “intuì che non era un granché. Tant’è che poi, dopo l’uscita, ‘Non gioco più‘ di Mina, sigla di chiusura, arrivò al terzo posto delle classifiche e ‘Din don dan’ al 27esimo. E non voleva la si nominasse più'”.

Un accappatoio per camicia 

Perrone, nel suo intervento, ha anche svelato l’origine della storica camicia zebrata usata da Carrà nel video della hit ‘Rumore‘. “Era un accappatoio della Rai – ha spiegato – Raffella lo vide, le piacque e chiamò la sarta. Venne tagliato e lo mise per ‘Rumore‘. E’ un racconto che mi ha fatto lei”, ha proseguito Perrone. Tra le canzoni più iconiche anche ‘Tanti auguri’ che, però, “non ebbe successo all’inizio ma è stata rivalutata in seguito”, ha osservato Perrone. “Era la sigla del programma ‘Ma che sera’ che non andò bene perché l’Italia in quel periodo viveva il dramma di Aldo Moro – ha proseguito – l’Italia voleva tutto tranne canzoni e balletti. Raffaella chiese ai vertici Rai di posticiparlo perché aveva capito l’umore del Paese ma non ci fu verso. Anche la canzone non ebbe successo. Poi è stata rivalutata”. 

 

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