In Italia ci sono 3,2 milioni di lavoratori green (green jobs), pari al 13,9% degli occupati. Una fotografia dell’Italia ‘sostenibile‘ la scatta il nuovo rapporto GreenItaly 2023 di Fondazione Symbola e Unioncamere, ‘Un’economia a misura d’uomo contro le crisi’.
Un quadro che ci posiziona come primi in classifica “nell’economia circolare“, con “la più alta percentuale di avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti: l’83,4%, 30 punti percentuali in più rispetto alla media europea, con una crescita storica nell’impiego di materia seconda nei settori industriali nel biennio 2020-2021″.
Secondo il rapporto – messo a punto con la collaborazione del centro studi Tagliacarne e con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica – “le imprese green affrontano meglio le crisi; 510mila imprese italiane negli ultimi 5 anni hanno investito sulla green economy e sulla sostenibilità per affrontare il futuro”.
“Accelerare gli investimenti nella transizione verde e nelle energie rinnovabili – osserva il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci – aumenta la stabilità finanziaria come dimostrano gli studi della Bce e della Banca d’Italia, dà forza al made in Italy, riduce i costi a medio termine per famiglie e imprese, rafforza la nostra indipendenza energetica. Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. C’è un’Italia che va verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori“.
“GreenItaly, con i suoi numeri e le sue storie d’impresa, pone in chiara evidenza l’impegno del sistema produttivo italiano nella transizione verde – dichiara Andrea Prete, presidente di Unioncamere – grazie a un trend di investimenti aziendali nella direzione della sostenibilità ambientale che non si è arrestato neanche nei periodi di maggiori difficoltà, come quelli legati alla crisi pandemica e ai conflitti mondiali, da anni siamo infatti tra i Paesi eco-leader in Europa. Non sempre però le nostre imprese sono messe nelle condizioni di operare al loro meglio”.
Nei cinque anni dal 2018 al 2022 – viene spiegato – “sono state 510.830 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti pari al 35,1% del totale, ovvero più di 1 su 3“. Tra le aree aziendali più interessate sul totale delle attivazioni troviamo “la progettazione e sviluppo (incidenza 87%), logistica (81,7%), marketing e comunicazione (79,2%)”.
A livello territoriale “il Nord-Ovest si conferma l’area con il maggior numero di attivazioni green programmate, 598.250 unità nel 2022, segnando un +13,5% rispetto all’anno precedente. Il tasso di crescita più significativo si registra al Centro, +15,9% tra il 2021 ed il 2022 (323.590 nuovi contratti green a fine periodo), mentre cresce meno della media nazionale il Mezzogiorno, +11,2% (453.620 contratti green). A chiudere il quadro il Nord-Est che nel 2022 fa registrare un +14,1% rispetto al 2021 (440.660 attivazioni)”. A livello regionale “la Lombardia continua a essere la regione più dinamica”, con 421.170 nuovi contratti green jobs attesi nel 2022, in crescita del 14,7% rispetto all’anno prima.