Intesa sulla produzione e distribuzione. Il Paese ha grandi potenzialità, benefici ambientali e opportunità per economia

Sviluppare il biometano che oltre a essere un’opportunità per le imprese, quindi per l’economia, offre benefici ambientali e si pone come fattore centrale per la transizione ecologica. E’ lo spirito alla base dell’intesa tra Italgas e Coldiretti per favorire la produzione di biometano in Italia che, in base alle stime legate a quelle che vengono definite “grandi potenzialità”, si pone l’obiettivo di arrivare a 2 miliardi di metri cubi nel 2026.

“Penso che il biometano sia la soluzione ideale, e subito disponibile – osserva l’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo – alla complessa equazione con cui fa i conti l’Europa: raggiungere una transizione ecologica che garantisca sicurezza degli approvvigionamenti e competitività dei costi dell’energia. Con il biometano tutto questo è possibile: ha CO2 equivalente pari a zero e addirittura negativa nel caso di sequestro della CO2. Si produce utilizzando una varietà di scarti e di rifiuti, contribuisce a contenere i costi grazie al suo grande potenziale produttivo”.

“L’agricoltura vuole essere protagonista della produzione di energia rinnovabile – rileva il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – per questo stiamo lavorando insieme per contrastare l’aumento dei costi per famiglie e imprese. Il ruolo del biogas nel perimetro delle energie pulite rappresenta, infatti, un punto di partenza ineludibile poiché dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la distribuzione del biometano a livello nazionale per alimentare non solo i macchinari agricoli ma anche autobus, camion e navi oltre alle auto delle famiglie italiane. In questo modo sarà possibile generare un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro“.

Tra i punti che rendono il biometano così “fondamentale”, anche il fatto che possa essere “la fonte rinnovabile destinata a sostituire un quarto delle forniture di gas di origine fossile un tempo importate dalla Russia”. L’obiettivo è sostenuto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha stanziato 1,7 miliardi per raggiungere entro il 2026 una produzione nazionale di circa 2 miliardi di metri cubi all’anno, pari a quattro volte quella attuale.

Per Gallo “il potenziale c’è. Va coltivato. Non parliamo di pochi impianti che fanno tanta quantità. Ma parliamo di tanti impianti che fanno ognuno una piccola produzione. Quello che ancora manca è la riduzione dei costi, quindi efficientare, e redistribuire il carico tra produttori e distributore”. Per Prandini “abbiamo ancora pochi impianti di biometano; siamo intorno a una cinquantina. Numeri esigui. Ma ne abbiamo tanti di biogas, più di 2mila; e una parte di questi possono essere convertiti. Dobbiamo e possiamo intervenire. C’è da fare anche un’operazione di sensibilizzazione di formazione e informazione perché è un’opportunità per le imprese”.

“L’intesa tra Coldiretti e Italgas è un passo significativo nella promozione dello sviluppo sostenibile in Italia – dice la viceministra all’Ambiente, Vannia Gava – ma anche un contributo decisivo a rafforzare la nostra autonomia di approvvigionamento attraverso la diversificazione e la decarbonizzazione delle fonti, in coerenza con la linea dettata dell’Ue nel REPowerEU”.

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