L’impegno di Hera su filiere industriali acqua e ambiente, efficienza e più impianti

L'ad Iacono: superare frammentazione gestione idrica al Centro-Sud, aumento infrastrutture per area waste

Filiere industriali, efficienza, e impianti. Questo quello che secondo Hera serve alla gestione dell’acqua e a quella dei rifiuti nel nostro Paese.

Per la filiera dell’acqua – osserva l’amministratore delegato del Gruppo Hera Orazio Iacono, intervenendo al convegno ‘Insieme per domani’ organizzato a Roma da LaPresse – è necessaria “una forte industrializzazione delle aree del Centro-Sud, che oggi manca sia di una sufficiente efficienza operativa sia di capacità di investimento. In Italia c’è un investimento pro-capite di quasi 70 euro; negli altri Paesi europei è di oltre 100 euro ad abitante. Nel Mezzogiorno si scende a 7 euro. E’ chiaro che abbiamo un gap importante da colmare”. Per guadagnare il terreno perso – continua Iacono – bisogna “superare la frammentazione che c’è oggi al Centro-Sud sulla gestione in economia, favorendo l’aggregazione, e facendo in modo che possano nascere multi-utilities; anche commissariando a livello tecnico i Comuni attraverso una riforma del servizio idrico nazionale e regionale sfruttando appieno l’elevato quadro regolatorio di Arera”.

“Così come è altrettanto fondamentale – aggiunge Iacono – indirizzare tutti gli attori della filiera verso l’allargamento del ciclo idrico integrato includendo all’interno del perimetro anche l’uso civile residenziale (che oggi vale il 25%), la regimazione delle acque meteoriche e in maniera più sistematica anche la gestione dei grandi invasi e, a valle della depurazione, l’attività per il riuso dell’acqua depurata a fini agricoli e industriali, in stretta collaborazione con i gestori delle reti irrigue, ovvero i consorzi di bonifica. Apprezziamo i recenti passi dell’Authority in questa direzione”.

Per quanto riguarda la filiera dell’ambiente – spiega Iacono – “oggi in Italia abbiamo una capacità di trattamento rifiuti per circa 5 milioni di tonnellate che possiamo trattare con i termovalorizzatori; ne esportiamo fuori dall’Italia circa 1 milione e mezzo, perché c’è un under capacity, ovvero non abbiamo abbastanza capacità di trattamento”, cosa che “va colmata per abbattere anche i costi sostenuti dai cittadini”. Poi Iacono ricorda che Hera è “una delle società italiane più attive nel comparto del trattamento e del recupero dei rifiuti, grazie a una dotazione impiantistica di oltre un centinaio di impianti“.

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