Il ministro Pichetto: il governo pensa a un ritorno all'atomo, convinti pienamente dalla proposta politica
Nucleare sì, ma nessun interesse per le grandi (e vecchie) centrali. Piuttosto un ragionamento sui piccoli reattori. L’Italia della transizione energetica, che con il governo pensa a un ritorno all’atomo, ritiene il nucleare di nuova generazione un obiettivo strategico; lo è sia da un punto di vista ambientale (non inquina) che economico (offre sicurezza di approvvigionamento), per il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
Saranno pronti tra una decina d’anni – riflette Pichetto, in occasione dell’appuntamento annuale organizzato dall’Associazione italiana nucleare (Ain) – i piccoli reattori che interessano all’Italia. A costruirli non sarà lo Stato ma i privati. Il ruolo del pubblico sarà circoscritto a una funzione di regolazione e legato alle autorizzazioni. L’ipotesi di “un ritorno al nucleare – dice Pichetto – sta diventando un obiettivo strategico del Paese“.
Il ministro chiede poi di mettere da parte quella che diffusamente viene identificata con paura ideologica del nucleare, tanto che ricorda come anche per Greta Thumberg sia meglio del carbone: “Dobbiamo essere in grado di sovvertire la cultura della paura alimentata dall’ambientalismo ideologico che ha fatto del contrasto al nucleare una battaglia identitaria”. In prospettiva di un prossimo ritorno alla produzione di energia con il nucleare, ci sono perciò da un lato “ragioni ambientali, dal momento che non produce CO2” (può sostenere la transizione energetica verso le rinnovabili che saranno “triplicate entro il 2030”); dall’altro motivazioni “economiche e sociali” perché il contributo “al nostro mix energetico” sarebbe anche di “indipendenza energetica, consentendo al nostro Paese una piena autonomia e mettendo l’Italia al riparo dalle turbolenze della geopolitica”. Pichetto punta quindi a “proseguire nell’impegno”, per attrezzare “tecnologia e sistema produttivo italiano nel breve periodo“, guardando “al nucleare come una possibile e importante fonte di energia green per l’Italia”. Inoltre il fatto che il nucleare sia entrato nelle trattative internazionali sul clima, alla Cop28 di Dubai, ne fanno “uno strumento per la lotta ai cambiamenti climatici, come risorsa determinante per l’uscita dai combustibili fossili, alternativa al carbone e al gas“.
Della “validità” della proposta, l’Italia – conclude Pichetto, facendo presente di non esser potuto entrare (per mancanza di impianti nel nostro Paese) nell’accordo della Cop28 – ne è “politicamente pienamente convinta”, tanto che non è escluso che “l’Italia possa partecipare da osservatore al primo vertice mondiale” a marzo 2024 insieme con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).
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