Ultimo giorno di negoziati alla Cop28, il vertice mondiale sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite che si chiuderà domani a Dubai dopo 12 giorni. In queste ore – secondo quanto si apprende da fonti del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) – l’Italia è impegnata per cercare “soluzioni condivise” che “non siano ostaggio di posizioni estreme e ideologiche”. Si cerca quindi di trovare la quadra sul testo finale da approvare entro le 11 di domani mattina. La delegazione italiana – guidata dal ministro Gilberto Pichetto Fratin e dalla viceministra Vannia Gava – è impegnata perché prevalga “un approccio concreto e pragmatico che consenta di giungere a una soluzione condivisa sull’obiettivo della decarbonizzazione” che tenga conto “a livello globale delle esigenze legate alla sicurezza energetica e alla sostenibilità economica e sociale”.
“Il nostro pianeta è a pochi minuti dalla mezzanotte per quanto riguarda il limite degli 1,5 gradi. E l’orologio continua a fare tic tac”. E’ l’avvertimento del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, intervenuto in conferenza stampa in occasione della conferenza sul clima Cop28. “Siamo in una corsa contro il tempo” per limitare il riscaldamento globale, ha ricordato Guterres. “Abbiamo bisogno di un risultato ambizioso che dimostri un piano decisivo in ambito climatico per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi e proteggere coloro che sono in prima linea nella crisi climatica”, ha aggiunto.
“E’ tempo di usare la massima ambizione e la massima flessibilità” nella lotta al cambiamento climatico, ha detto ancora Guterres. “E’ tempo di arrivare a dei compromessi per delle soluzioni”, ha insistito Guterres, secondo cui la Cop 28 “può dimostrare che il multilateralismo resta la nostra migliore speranza per affrontare le sfide globale”. “Le tempistiche e gli obiettivi” della lotta al riscaldamento globale, compreso quello di abbandonare i combustibili fossili “potrebbero essere differenti per i Paesi che hanno diversi livelli di sviluppo” ha detto ancora. Ma è importante, ha aggiunto, che questa strategia “sia comunque coerente con l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050 e con quello” di limitare il riscaldamento globale entro la soglia degli 1,5 gradi.
“Le tempistiche e gli obiettivi” della lotta al riscaldamento globale, compreso quello di abbandonare i combustibili fossili “potrebbero essere differenti per i Paesi che hanno diversi livelli di sviluppo”. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in occasione della Cop 28. Ma è importante, ha aggiunto, che questa strategia “sia comunque coerente con l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050 e con quello” di limitare il riscaldamento globale entro la soglia degli 1,5 gradi.
Tra luglio e settembre, 771.046 partecipanti sono stati raggiunti dalla piattaforma globale di U-Report e da 57 piattaforme regionali e nazionali in una consultazione globale sulle opinioni dei giovani in merito alla preparazione ai cambiamenti climatici, in collaborazione con YOUNGO, il gruppo ufficiale dei giovani della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, e con gli Youth Climate Champions (YCC) della COP28. Fra i partecipanti che hanno rivelato il loro genere, circa il 64% si identifica come maschio e il 35% come femmina.L’80% ha meno di 30 anni. Il 34% degli intervistati si è dichiarato proveniente da comunità rurali e circa il 27% da comunità indigene, mentre il 13% è un rifugiato o un migrante. Dall’Italia hanno partecipato quasi 900 U-Reporter. Il 24% degli intervistati ha dichiarato di non aver mai ricevuto informazioni sulla crisi climatica a scuola, il 33% crede di non avere imparato abbastanza, mentre il 32% ha detto di aver imparato molto sul cambiamento climatico a scuola. Il 65% degli intervistati concorda con l’affermazione “Se non imparo a conoscere i cambiamenti climatici e a rispondere ad essi, il mio futuro sarà a rischio”. Il 48% degli intervistati ritiene di capire come poter contribuire a cambiare le politiche climatiche del proprio Paese, mentre il 32% non capisce come poterlo fare. Il 66% degli intervistati ritiene che le proprie azioni possano influenzare positivamente le politiche climatiche del proprio Paese. Il 58% degli intervistati ritiene di ricevere la formazione e le competenze necessarie per affrontare i cambiamenti climatici e il loro impatto. I risultati del sondaggio hanno contribuito alla Dichiarazione globale dei giovani, uno strumento per far sentire la loro voce ai leader mondiali in occasione della 28esima Conferenza delle parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28).