“L’Italia è fortemente esposta alle conseguenze dei cambiamenti climatici, come evidenziato dai recenti eventi meteorologici estremi. Gli investimenti necessari sono stati avviati”. È quanto emerge da un rapporto intitolato ‘studi economici dell’Ocse: Italia 2024’. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico riporta quindi tra le ‘raccomandazioni chiave’ quella di “garantire finanziamenti adeguati per le misure volte a ridurre i rischi di alluvioni e frane“.
“Le autorità mirano ad azzerare le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 – viene spiegato nel rapporto – la bassa intensità energetica che caratterizza l’attività economica e le abbondanti risorse di energia solare collocano l’Italia in una buona posizione per realizzare la transizione climatica. Tuttavia, per accelerare la riduzione delle emissioni e l’adattamento ai cambiamenti climatici occorre rafforzare ulteriormente le misure esistenti e introdurre politiche aggiuntive”.
Secondo il rapporto “sono stati compiuti progressi significativi in termini di riduzione delle emissioni. Il ritmo della riduzione delle emissioni ha registrato un calo nell’ultimo decennio, con la ripresa della crescita e l’allentamento delle misure a sostegno della decarbonizzazione. Per conseguire l’obiettivo intermedio del taglio delle emissioni del 55 % entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990) sarà necessario aumentare il ritmo a cui vengono ridotte le emissioni. La fissazione, per legge, dell’obiettivo di azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 e l’istituzione di un comitato indipendente per il clima incaricato di valutare le politiche e fornire assistenza potrebbero contribuire a rafforzare la responsabilità del Governo”.
In Italia – continua il documento – “il livello di diffusione dei veicoli elettrici è basso e un’ampia quota delle sovvenzioni all’acquisto dei medesimi non è utilizzata”. L’utilizzo delle vetture elettriche – si fa presente – “potrebbe essere promosso incrementando la diffusione di stazioni di ricarica accessibili al pubblico, eliminando gradualmente le sovvenzioni all’acquisto di automobili con motore a combustione interna e riorientando il sostegno all’acquisto di modelli di livello base di vetture elettriche, nonché allineando le tasse sulla vendita, sull’immatricolazione e sulla proprietà delle automobili al livello delle emissioni prodotte”. L’Organizzazione osserva inoltre che “il tasso pro capite di proprietà di automobili è il secondo più alto dell’Ue e gran parte di esse sono vecchie e altamente inquinanti”. Per questo tra le raccomandazioni chiave si legge quella di “offrire incentivi finanziari per la rottamazione delle vecchie autovetture, indipendentemente dall’acquisto di nuove. Continuare a potenziare i trasporti pubblici e le reti ferroviarie regionali”.
“La riqualificazione (retrofitting) del parco immobiliare italiano – avverte l’analisi – è fondamentale per la decarbonizzazione. I regimi regressivi e inefficienti sotto il profilo dei costi che promuovono gli investimenti nelle ristrutturazioni volte all’efficientamento energetico sono stati riformati, ma – viene osservato – ciò potrebbe rivelarsi insufficiente per indurre le famiglie a basso reddito – e soggette a una bassa imposizione – a eseguire lavori di riqualificazione energetica. I regimi attualmente in vigore dovrebbero essere integrati da una combinazione di sovvenzioni e prestiti agevolati e di lungo termine, mentre le sovvenzioni per l’installazione di caldaie a gas dovrebbero essere gradualmente eliminate. L’adozione di misure normative o l’introduzione di imposte più elevate per la locazione di proprietà inefficienti sotto il profilo energetico incoraggerebbero le ristrutturazioni finalizzate all’efficienza energetica”.