Nuovo rapporto di Fondazione Utilitatis, aumentano del 35% le risorse e il valore aggiunto arriva a 12,7 miliardi
Investimenti per 6,2 miliardi all’anno con al centro la decarbonizzazione, l’economia circolare e il digitale. E’ questo il cuore dell’impegno di Utilitalia – la Federazione che riunisce le utility di acqua, ambiente, energia – con cui le aziende associate “contribuiscono alla transizione ecologica“.
Secondo il rapporto di sostenibilità ‘Le utilities italiane per la transizione ecologica e digitale‘, messo a punto da Fondazione Utilitatis per conto di Utilitalia, “il volume complessivo degli investimenti realizzati nel 2022 è pari a 6,2 miliardi”, e “un terzo di questi destinati a decarbonizzazione, digitalizzazione ed economia circolare”. Si tratta di “1,8 miliardi“, distribuiti in questi tre ambiti, pari “al 29% del totale” e in linea con l’anno precedente: 832 milioni per la decarbonizzazione, 514 milioni per l’economia circolare, 421 milioni per la digitalizzazione.
Gli investimenti complessivi – spiega la ricerca – sono “in aumento del 35%; rispetto ai 4,6 miliardi di investimenti realizzati nel 2021, il dato è salito a 6,2 miliardi nel 2022″. Il valore aggiunto, distribuito ai diversi stakeholder (lavoratori, azionisti, pubblica amministrazione, finanziatori, comunità locali, oltre a quanto viene reinvestito in azienda), è “pari a 12,7 miliardi” con una crescita del 18% rispetto agli 11,7 miliardi dell’anno precedente. A quest’ultimi “si sommano altri 33,7 miliardi di spesa verso i fornitori, di cui quasi il 65% verso realtà locali“.
Attenzione particolare è stata dedicata anche alle 43 principali aziende che fanno parte di Utilitalia. Valgono circa 62 miliardi di ricavi (pari al 93% del campione) e occupano oltre 71mila lavoratori. Tra i dati fondamentali, per quanto riguarda il ciclo idrico la riduzione delle perdite di rete che si attestano al 37,4%, con una costante regressione di quasi due punti percentuali rispetto al 2021 e di quattro rispetto al 2019 (quando erano al 41,2%); per i rifiuti, la raccolta differenziata di queste imprese raggiunge il 70% rispetto alla media italiana del 65%; e per l’energia elettrica, la quota prodotta da fonti rinnovabili raggiunge il 78% (+6 punti percentuali rispetto al 2021). Il rapporto mette in evidenza la crescita dell’integrazione della sostenibilità nel modello di business delle utilities: “il 47% di esse – spesso in assenza di obblighi normativi – elabora un rapporto di sostenibilità, il 17% si è dotato di una struttura dedicata alla sostenibilità e il 36% ha previsto obiettivi espliciti di sostenibilità all’interno del Piano industriale”.
“Anche nel 2022, un anno difficile caratterizzato dalla crisi dei prezzi dell’energia e dall’emergenza siccità – osserva il presidente di Utilitalia Filippo Brandolini – quello delle imprese dei servizi pubblici si è confermato un settore strategico per il nostro Paese”.
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