Collaborazione Apicoltura urbana e BeeFutures, algoritmi al servizio analisi ambiente e inquinamento
L’intelligenza artificiale arriva tra gli alveari per tutelare le api. Con ‘Apicoltura urbana‘ – grazie alla sua recente collaborazione con ‘BeeFutures‘ (società norvegese leader nell’innovazione biotecnologica) – mette a segno un’alleanza internazionale per rafforzare “il suo impegno nella protezione della biodiversità, l’importanza della sinergia tra nuove tecnologie e pratiche agricole e la conduzione degli alveari in modo responsabile”.
L’intelligenza artificiale per la protezione delle api – viene spiegato – è “una concreta applicazione d’uso; gli algoritmi di machine learning, utilizzati per la guida autonoma, permettono di analizzare vasti set di dati relativi all’habitat delle api, ai loro comportamenti, alle malattie e alle minacce ambientali per esempio riuscendo a esaminare gli impatti dell’inquinamento“.
L’adozione dell’intelligenza artificiale da parte di ‘Apicoltura urbana‘ apre “nuove prospettive nella comprensione del mondo apistico, consentendo di esaminare gli impatti dell’inquinamento sulle api, che diventano un vero e proprio bioindicatore per proteggere la biodiversità e tutti gli impollinatori”.
Considerato lo straordinario raggio di azione del volo delle api di circa 3mila ettari, l’equivalente di 4mila campi da calcio, e il loro contatto con le matrici ambientali (aria, acqua e suolo) – con circa 18 milioni di micro-campionamenti riportati ogni giorno all’alveare – questo permette di avere dei dati “in tempo reale sulle condizioni ambientali e sullo stato di salute degli insetti, informazioni successivamente processate all’interno del sistema digitale proprietario”.
“L’intelligenza artificiale entra definitivamente nel mondo delle api – osserva Giuseppe Manno, Ceo e Fondatore di ‘Apicoltura urbana’ – per aiutarci a monitorare l’ambiente circostante e prevenire anche i parassiti, come la varroa, spesso mortali per questi animali ai quali dobbiamo la maggior parte del cibo che arriva sulle nostre tavole ogni giorno. Con questa nuova tecnologia realizziamo un tracciamento reale della biodiversità, con interventi che non sono più basati su modelli, ma su dati reali, dalla presenza di fioriture all’impatto di azioni concrete che si possono misurare nel tempo”.
Le api – viene spiegato – diventano “bioindicatori efficaci, capaci di rilevare precocemente squilibri che potrebbero nuocere alla biodiversità e alla salute umana. Gli algoritmi di machine learning implementati permettono di analizzare vasti set di dati relativi all’habitat delle api, ai loro comportamenti, alle malattie che le affliggono e alle minacce ambientali, offrendo così una visione più ampia e dettagliata delle sfide che questi impollinatori devono affrontare”.
Utilizzando gli stessi algoritmi di intelligenza artificiale delle auto a guida autonoma e con una tecnologia video avanzata, vengono “riconosciute le api, il loro movimento e il polline presente nelle loro zampe”. La tecnologia è in grado “di catalogare il colore del polline, individuare il tipo di pianta e misurare lo stato di salute della biodiversità, identificando in tempo reale situazioni di allarme come gli avvelenamenti nel contesto agricolo e di conseguenza reagire da remoto chiudendo l’accesso all’alveare e preservando la salute della colonia”.
La tecnologia – adottata da ‘Apicoltura urbana‘ – offre “una soluzione innovativa anche per la protezione delle api contro il varroa, un parassita che fin dagli anni ’80 compromette la salute di tutte le famiglie di api del globo. Questo acaro, non autosufficiente, si attacca al corpo delle api per sopravvivere, trasmettendo malattie e causando spesso la morte di intere colonie. L’adozione di questo sistema abbatte naturalmente questo parassita attraverso l’innalzamento della temperatura in modo controllato, rendendo superfluo l’uso di trattamenti chimici”. Con l’introduzione di questi algoritmi – dichiara Andrea Grieco, Impact manager di ‘Apicoltura urbana’ – “possiamo rilevare pattern e anomalie importanti che possono essere utilizzati per prendere decisioni informate sulla gestione e la conservazione della biodiversità e consapevoli sulle attività di un’azienda”.
Le api – sia domestiche che selvatiche – svolgono “un ruolo cruciale nell’impollinazione del 70% delle specie vegetali del Pianeta e contribuiscono al 35% della produzione alimentare globale. Le api sono minacciate da una serie di pericoli, tra cui malattie, uso di pesticidi, perdita dell’habitat e cambiamenti climatici. La perdita di questi impollinatori potrebbe portare a una drastica riduzione della biodiversità vegetale e aumentare significativamente i costi di produzione agricola a causa della necessità di ricorrere a metodi di impollinazione artificiale. Monitorare le api oggi significa proteggere tutti gli impollinatori“.
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