Il responsabile scientifico del Servizio Glaciologico lombardo, Riccardo Scotti: "Destinato a scomparire"
In meno di 20 anni si sono persi fino a 60 metri di spessore di ghiaccio sull’Adamello. I cambiamenti climatici spingono a un ritmo sempre maggiore la fusione, e la cosa è diventata ancora più veloce negli ultimi 40 anni. Il quadro viene disegnato da Riccardo Scotti, responsabile scientifico del servizio Glaciologico lombardo, in una conversazione con LaPresse in cui rivela che i nostri ghiacciai stanno “scomparendo a una velocità mai vista prima”. Gli eventi climatici degli ultimi anni e il continuo aumento delle temperature – afferma Scotti – “li stanno portando completamente al di fuori del loro equilibrio. Li stiamo vedendo scomparire veramente a velocità mai vista prima”.
“Il ghiacciaio dell’Adamello come quasi tutti i ghiacciai delle Alpi sotto i 3.400-3.300 metri possono già oggi esser considerati dei fossili climatici – dice Scotti – ovvero noi troviamo il ghiaccio perché faceva freddo decine di anni fa. Ma il ghiaccio è destinato a scomparire. In effetti questo ghiacciaio sta scomparendo veramente in modo rapidissimo. Abbiamo perso dal 2005 più di 60 metri di spessore, e ogni anno vediamo contrarsi questa grandissima massa di ghiaccio. Abbiamo quindi perso più della metà del ghiaccio che avevamo più di un secolo e mezzo fà”. Il ghiacciaio dell’Adamello è il più grande d’Italia: “la lingua del Mandrone ha perso in spessore più di 60 metri dal 2005 al 2022”. Sul ghiacciaio di Fellaria – osserva Scotti – “abbiamo perso per fusione in superficie quasi 33 metri di spessore nel giro di 5 estati”, dal 2019 al 2023: meno 6,45 nel 2019, meno 6,75 nel 2020, meno 5 nel 2021, meno 7,55 nel 2022, meno 6,95 nel 2023, per un totale di 32,7 metri.
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