Oltre 10,3 milioni di tonnellate avranno una seconda vita. L'Italia anticipa di 6 anni gli obiettivi dell'Europa
Per il 2024 la percentuale di riciclo degli imballaggi in Italia dovrebbe arrivare a sfiorare il 75%. È la prima stima ufficiale del Conai – il Consorzio nazionale imballaggi – sull’economia circolare dell’anno in corso, diffusa in occasione della Giornata mondiale del riciclo. Quindi, secondo il Conai, nel 2024 “oltre 10 milioni e 300mila tonnellate di rifiuti di imballaggio troveranno una seconda vita, pari al 74,9% dell’immesso al consumo che nel 2024 si prevede arrivi a circa 13 milioni e 900mila tonnellate“.
Arriviamo 6 anni prima
“Dopo un 2023 difficile, possiamo guardare al futuro con più ottimismo – spiega il presidente del Conai Ignazio Capuano – dobbiamo continuare a impegnarci per migliorare questi risultati: la nostra industria del riciclo è un’eccellenza che può fare ancora meglio. Sfiorare il 75% di riciclo significa aver superato con sei anni di anticipo gli obiettivi di riciclo che l’Europa chiede entro il 2030“.
Italia leader
“La seconda metà del 2023 sembra essersi chiusa con una forte contrazione dell’immesso al consumo di pack – rileva Capuano – per via della crisi legata al difficile contesto internazionale, a cui non dovrebbe però aver fatto seguito un’analoga contrazione del riciclo. Secondo le nostre prime stime il 2024 vedrà poi crescere il riciclo sia in termini assoluti sia in termini percentuali. Secondo gli ultimi dati Eurostat, del resto, l’Italia si contende la leadership con la Germania per riciclo pro-capite degli imballaggi”.
Oltre 85% per carta e vetro
Le previsioni raccontano del 77,8% per l’acciaio (409mila tonnellate), del 73% per l’alluminio (64mila tonnellate), dell’85,6% per la carta (4 milioni e 298mila tonnellate), del 65,1% per il legno (2 milioni e 130mila tonnellate), del 52% di plastica e bioplastica compostabile (1 milione e 183mila tonnellate, di cui circa 51mila di bioplastica), e dell’85,9% di vetro (2 milioni e 325mila tonnellate).
Filiera guarda a tecnologia e eco-design
“Ci aspettiamo infatti una riconfigurazione delle scelte e dei luoghi di acquisto, che però non dovrebbe intaccare troppo il settore del riciclo, in particolare degli imballaggi – prosegue Capuano – anche perché l’aspettativa è che tutti gli attori della filiera possano continuare a impegnarsi sempre di più per migliorare i risultati in questo ramo della nostra economia circolare“.
“Dai cittadini che dovranno fare la raccolta differenziata con un’attenzione alla qualità sempre maggiore, agli enti locali che dovranno sviluppare i sistemi di raccolta per garantire risultati sempre migliori e agli impianti che selezionano e riciclano i rifiuti, fino a chi fa ricerca per migliorare sia le tecnologie di riciclo sia l’eco-progettazione degli imballaggi – rileva ancora Capuano – ed è proprio con quest’ultimo punto, quello della ricerca e sviluppo, che si potrà ottenere un vero cambio di passo nei prossimi anni. Il riciclo, del resto, è un’eccellenza del nostro Paese che va potenziata: l’Italia continua a fare scuola in questo settore, e deve migliorare le sue performance sostenibili in un’ottica di tutela ambientale sempre più concreta e pragmatica”.
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