Ridurre al minimo il rilascio di trizio all’interno dei reattori nucleari a fissione e fusione, e mitigare così l’impatto sull’ambiente di questa sostanza radiotossica. È l’obiettivo del progetto Ue Titans – finanziato dalla Commissione europea con 3,8 milioni di euro e coordinato dall’ente francese Cea -, al quale partecipa anche l’Enea insieme ad altri 20 partner di otto Paesi europei.
Il progetto – viene spiegato – si inserisce nel contesto della neutralità climatica da raggiungere entro il 2050 anche mediante la fusione nucleare, nella quale il trizio (l’isotopo di massa 3 dell’idrogeno) e il deuterio (l’isotopo di massa 2 dell’idrogeno) costituiscono il combustibile per la reazione di fusione. Migliorare i metodi per recuperare il trizio e per ridurne al minimo il rilascio nell’ambiente, consente di diminuire l’impatto della produzione di energia da fusione. Il trizio è prodotto anche nei reattori a fissione, dunque “il miglioramento del recupero e riutilizzo, in un’ottica di economia circolare, è possibile e necessario anche in questo ambito, così come nelle attività di smantellamento”.
L’Enea sta lavorando al progetto nei due centri ricerche di Frascati e Brasimone; a Frascati si sta sviluppando un’innovativa tecnica di misurazione del trizio in metalli liquidi, mentre a Brasimone si studia la permeazione e il rilascio del trizio e lo sviluppo di sistemi per il suo contenimento basati su rivestimenti speciali. “Il trizio, come l’idrogeno e il deuterio, interagisce con i materiali, soprattutto quelli metallici – spiega il referente Enea del progetto Silvano Tosti, responsabile del laboratorio di Tecnologie nucleari – infatti, seppure in piccolissime quantità, può attraversare le pareti metalliche delle strutture e dei sistemi di raffreddamento degli impianti. Abbiamo acquisito elevate competenze nello sviluppo dei rivestimenti da applicare su queste superfici metalliche per impedire il rilascio del trizio nell’ambiente e questo ci consente di avere un ruolo chiave nel settore delle tecnologie per un nucleare sicuro e sostenibile. Il controllo del rilascio è importante per fare della fusione una fonte di energia pulita e rispettosa dell’ambiente e rendere più sicuri i reattori a fissione di prossima generazione”. Sulle tecnologie e i processi per il contenimento del trizio, sul trattamento dei rifiuti che lo contengono e sulla radioprotezione si è concentrato recentemente anche il progetto Transat, con i laboratori Enea che hanno prodotto “risultati di rilievo sui processi per l’estrazione e la purificazione del trizio e sul controllo dei rilasci dagli impianti nucleari attraverso lo studio di materiali in grado di fungere da barriera di permeazione”.