Dal 10 al 12 maggio tante iniziative dell'associazione in tutta Italia e anche in alcuni Paesi del bacino del Mediterraneo

Cicche di sigarette e plastica sono i rifiuti che si trovano più comunemente sulle spiagge. E’ il quadro che emerge dalla nuova indagine ‘Beach litter’ di Legambiente che dal 10 al 12 maggio torna con la storica campagna ‘Spiagge e fondali puliti’ 2024, dedicata al monitoraggio (e alla raccolta) dei rifiuti abbandonati. Sotto i riflettori dell’analisi sono finite 33 spiagge di 12 regioni italiane per un totale di 179mila metri quadrati. Sono stati catalogati 23.259 rifiuti con una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare. Il 40,2% di questi è rappresentato da 5 tipologie in particolare: mozziconi, pezzi di plastica, tappi e coperchi in plastica, materiali da costruzione e demolizione, e stoviglie usa e getta in plastica. I prodotti in plastica monouso banditi dalla direttiva europea, insieme alle reti e attrezzi da pesca e acquacoltura, rappresentano “ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024, con un andamento dal 2014 ad oggi che non sembra mostrare segni di riduzione, rappresentando mediamente circa il 50% dei rifiuti ritrovati”.
 
Nella nuova analisi sui rifiuti in spiaggia, Legambiente mette a punto l’utilizzo per la prima volta del Clean coast index (Cci), un indicatore utile per determinare il grado di pulizia delle spiagge in modo immediato e oggettivo, basato sulla densità dei rifiuti presenti nelle aree campione monitorate. Sulle 33 spiagge monitorate, il 6,6% ha un Cci corrispondente a ‘spiaggia sporca’ o ‘molto sporca’. Si tratta di “un dato positivo rispetto al passato”, spiega Legambiente: “alla diminuzione percentuale delle spiagge classificate come sporche o molto sporche, è corrisposto un aumento significativo nel 2024, rispetto alla media di periodo, per le spiagge giudicate come molto pulite o abbastanza pulite”.
 
Nei primi cinque posti della classifica delle tipologie di rifiuti raccolti in testa si trovano i mozziconi di sigaretta (14,4% rispetto al totale), per una media di 101 cicche su 100 metri di spiaggia. A seguire (9,4%) oggetti e frammenti di plastica di grandezza tra i 2,5 e i 50 centimetri, di tappi e coperchi (6,7%); al quarto posto i materiali da costruzione con il 5,5% e al quinto le stoviglie usa e getta in plastica (4,2%). Il podio dei materiali più diffusi sulle spiagge monitorate resta sempre la plastica con il 79,7% degli oggetti rinvenuti. Segue il vetro-ceramica con il 6,6%, il metallo con il 4,5% e carta e cartone con il 2,9%.
 
La campagna ‘Spiagge e fondali puliti’ ha in programma molte iniziative in Italia (dalla Puglia alla Liguria alla Calabria) e oltre confine grazie alla sinergia con la campagna internazionale dell’associazione ambientalista Clean up the Med (per il ripristino naturale di spiagge e fondali in 12 Paesi del bacino del Mediterraneo, in Albania, Algeria, Croazia, Egitto, Grecia, Libano, Libia, Malta, Marocco, Portogallo, Spagna, Tunisia). In occasione della campagna Legambiente inviata anche a postare sui social foto di rifiuti particolari rinvenuti sulle spiagge, segnalando il luogo del ritrovamento, utilizzando le stories di Instagram, oltre al tag al profilo Legambiente e l’hashtag #SpiaggeFondaliPuliti. Anche quest’anno a supportare le iniziative ci saranno Sammontana e Biotherm.

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