Il rapporto messo a punto da Circular economy network e da Enea, il nostro Paese batte Francia, Germania, Spagna
L’Italia è prima in economia circolare in Ue. Non c’è storia con le altre grandi economie europee. Il nostro Paese – racconta il rapporto sull’economia circolare in Italia messo a punto da Circular economy network e da Enea – batte Francia, Germania, Spagna, e Polonia. Si tratta in realtà di una conferma che, per l’Italia a 45 punti di ‘circolarità’, arriva anche con i nuovi indicatori della commissione Europea.
Il risultato è merito soprattutto della gestione dei rifiuti: il tasso di riciclo degli imballaggi sfiora il 72%, superando dell’8% la media Ue ferma al 64%; e il riciclo dei rifiuti urbani è cresciuto del 3,4% tra il 2017 e il 2022 raggiungendo quasi il 50%, con la media Ue al 48,6% (la Germania svetta però al 69%). Siamo in testa con il riciclo dei Raee, i Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, all’87,1% (la media Ue è all’81,3%).
Proprio la questione delle materie prime è un tema caldo nella discussione. Nel 2023 la commissione Europea ha identificato 34 materie prime critiche’, fondamentali per la nostra economia. Di queste 17 sono trategiche: il rame è una di queste. Il problema è che l’Europa ha solo il 3% delle riserve globali. Ecco perché riciclarlo diventa essenziale. La stessa cosa vale per le terre rare, importanti per le rinnovabili, la mobilità elettrica e l’elettronica. Come per il rame, è possibile recuperare le terre rare dal riciclo di materiali a fine vita. Le attività economiche che impiegano le terre rare sono responsabili dell’11,4% del fatturato dell’intero manifatturiero italiano.
L’Italia investe 12,4 miliardi (0,7% del Pil) in alcune attività di economia circolare, al terzo posto dietro Germania e Francia. I posti di lavoro sono 613mila, il 2,4% degli occupati in Italia. Inoltre quasi un quinto di quello che produciamo viene dal riciclo: nel tasso di utilizzo circolare di materia siamo secondi solo alla Francia. In Italia la produttività delle risorse vale mediamente 3,7 euro per chilo, contro la media Ue di 2,5 euro per chilo. Il nostro sistema economico e produttivo “ama la circolarità, e a farlo sono anche le piccole e medie imprese: il 65% dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare, oltre il doppio rispetto al 2021″.
“L’economia circolare è l’unica economia che il Pianeta potrà permettersi – afferma il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin – il nostro Paese si colloca sul podio per molti indicatori di circolarità. Certamente un Paese povero di materie prime come il nostro deve puntare sull’economia circolare per migliorare la propria produttività. Per accelerare la ripresa la circolarità riveste un ruolo strategico, per renderci meno dipendenti dai Paesi terzi fornitori di materie prime”.
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