Si tratta dei principali risultati di un check-up alle acque del Paese realizzato da Goletta Verde. La colpa nella maggior parte dei casi è della cattiva depurazione

Il mare italiano è inquinato. Anche se a vedersi non si direbbe, almeno il 36% di quello analizzato da Legambiente in poco più di due mesi di campionamenti è infatti fuorilegge. Si tratta dei principali risultati di un check-up alle acque del Paese realizzato da Goletta Verde, la storica campagna (e imbarcazione, anche se l’originale è ormai diventata un museo) dell’associazione che salpa a giugno e stila un bilancio, che riguarda anche i laghi, poco prima della metà di agosto. Secondo l’associazione ambientalista – che riporta i dati finali di Goletta Verde e di Goletta dei Laghi – le acque italiane “non godono di ottima salute”. E, la colpa nella maggior parte dei casi è della cattiva depurazione.

“Serve un Piano nazionale per la tutela di mare e laghi – dice Legambiente – al centro il completamento e l’ammodernamento dei depuratori che risentono anche degli eventi meteo estremi, i Piani di adattamento al clima, più aree marine protette entro il 2030 e virata decisa su rinnovabili ed eolico offshore definendo lo spazio marittimo”. Il risultato è che su 394 punti campionati tra giugno, luglio e inizio agosto da Goletta Verde e Goletta dei Laghi in 19 regioni (15 quelle costiere), il 36% è stato giudicato complessivamente “oltre il limite” con 101 punti che hanno ricevuto il giudizio di ‘fortemente inquinato’ e 39 di ‘inquinato’. Ma quello che “preoccupa” è soprattutto “lo stato di salute del mare, dove in media si registra un punto inquinato ogni 76 km di costa, e dove il trend dei punti oltre il limite risulta in lenta crescita passando dal 31% del 2022, al 36% del 2023 fino al 37% di quest’anno”.

Nei laghi c’è invece “un incremento dei punti oltre il limite del 10% rispetto allo scorso anno”. I punti più critici sono “le foci dei fiumi, i canali e i corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago”. Il 47% dei prelievi complessivi (185 su 394) delle Golette è avvenuto presso le foci dei fiumi, e nel 59% dei casi il giudizio è stato ‘oltre il limite’ (109 su 185). In particolare pesano “la maladepurazione, gli scarichi abusivi, l’inquinamento”. Inoltre – osserva Legambiente – “preoccupa anche l’accelerata della crisi climatica e l’aumento di frequenza e intensità degli eventi meteo che mette a dura prova gli impianti di depurazione”.

Tra le novità di quest’anno entrano 18 osservati speciali, 14 lungo la costa e quattro nei laghi Maggiore, d’Orta, del Trasimeno e di Bolsena; punti storicamente critici monitorati da Legambiente nei mesi tra marzo e giugno con in media tre prelievi aggiuntivi oltre a quello ufficiale eseguito in prossimità delle campagne. E ne è emerso che su 45 campionamenti (32 lungo la costa e 13 nei laghi), “il 69% è risultato oltre il limite”. Ci sono poi anche buone notizie, come la liberazione in mare della tartaruga Sipontina detta ‘Tina’ nel Golfo di Manfredonia in Puglia accompagnata dal tartadog Paco. Infine Legambiente ricorda come le analisi delle Golette non sostituiscono il lavoro delle autorità competenti in materia di balneazione, dal momento che sono diversi gli obiettivi delle campagne, incentrate sul tema della scarsa o assente depurazione. 

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